Non sapere che cos'è un ideale
L'altro giorno, a scuola - insegno religione alle medie -, è successo un fatto che un po' mi ha sorpreso e un po' mi ha addolorato. Stavo svolgendo con i ragazzi un'attività che prevedeva delle domande. Ad un certo punto chiedo: «Annotate alcuni ideali nei quali credete veramente e che stanno al centro della vostra vita». I ragazzi mi chiedono «ma cos'è un'ideale»? Ad un tratto mi è crollato il mondo addosso (insomma, più o meno). Pensavo tra me «Ma come si fa ad ignorare una parola come questa?». Se mi ricordo bene, don Lorenzo Milani diceva ai suoi ragazzi che ogni parola che non conoscevano equivaleva ad una forte pedata. In effetti ogni parola ci apre un orizzonte nuovo, ogni parola è come uno strumento che ci permette di comprendere un po' di realtà. Ma fra le tante parole che si possono non conoscere ignorare il significato di «ideale» che conseguenze può avere? Ma, prima ancora, perché questi studenti ne sono all'oscuro?
I ragazzi non conoscono questa parola perché forse è sparita dall'orizzonte e dal vocabolario di noi adulti. Forse è il riflesso che un pensiero debole, prosaico va diffondendosi e forse non ce ne siamo resi conto. Si viaggia a vista, le grandi costellazioni che aiutavano i naviganti a solcare i mari non si vedono più. Ad un bambino che, nella lettera a Santa Lucia, chiedeva la pace nel mondo, il papà gli fa notare «ma non facevi prima a chiedere una bicicletta?».
Forse l'eclissi di una parola come questa evidenzia una autocensura della mente umana sul mondo spirituale, sul ruolo che i «significati» rivestono nella vita. Forse evidenzia il venir meno dell'interesse umano verso alti e nobili desideri o verso mirabili perfezioni. Insomma si vola basso e l'unica prospettiva di vita è quella materiale. Abbiamo smarrito il cielo, il nostro sguardo si è abbassato, e si rinuncia a chiedersi il perché.
Ma se le domande si spengono nella nostra vita cosa succede? Diceva un filosofo che l'uomo è un essere che si pone domande. E se smettiamo di porre domande non c'è il rischio di regredire in umanità? Siamo ancora persone autenticamente umane?
Esiliare il termine «ideale» dal nostro vocabolario può quindi portare ad un impoverimento della nostra vita: «Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza».
Ignorare la parola «ideale» toglie la possibilità di vivere consapevolmente con obiettivi alti, degni della nostra esistenza. Mi suona triste una vita senza ideali, un vivere che diventa sopravvivere, non più solcare mari ed oceani, ma barcamenarsi nella piscinetta di casa.
Ma possiamo educare dei giovani senza far loro intuire e sentire qualcosa oltre la semplice vita materiale, oltre il risultato immediato e sicuro. Senza veri ideali dove si può andare, cosa si può costruire? Ma si può realmente vivere? La domanda che ho fatto ai miei studenti la rivolgo a tutti gli adulti, così che possano reindirizzarla ai loro figli o nipoti, così da recuperare tutti una parola che rischia di finire «lasciata in un angolo e dimenticata»: «In che ideali credi veramente? Che ideali stanno al centro della tua vita?».
Don Alberto Tomasini
Cadignano di Verolanuova
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