Nevica in montagna e allora dov’è l’emergenza?
In questi primi giorni del 2018, il clima ha giocato non pochi brutti scherzi in alcune città, come New York, colpite da un’ondata di gelo (peraltro destinata ad esaurirsi dopo il 10 gennaio con un brusco rialzo termico). Giusto registrare, da parte dei mezzi di informazione, i disagi creati dalla neve e dal ghiaccio soprattutto ai trasporti, sia aerei, sia stradali. Ma sarebbe troppo sperare in un’informazione un po’ meno sensazionalistica, soprattutto in tv? In questi giorni, infatti, abbiamo sentito aprire telegiornali con notizie del tipo: «Stati Uniti, termometro a meno 30°, ma con temperature percepite di meno 70°, a causa dei venti a 150 km/h». Nessuno, o quasi, ha però specificato che tali dati sono stati rilevati sul Monte Washington, nel New Hampshire, dove, a quasi 2.000 metri, c’è un osservatorio meteo installato lì proprio perché il luogo è da sempre uno dei più freddi degli States. La temperatura minima toccata a New York negli stessi giorni è stata meno 14°: un bel freddo, certo, ma non proprio la stessa cosa. E poi mi piacerebbe sapere se davvero chi presidia l’osservatorio sul Monte Washington se ne sia stato all’aperto a «percepire» i meno 70°. E che dire dei servizi tv sulla Valle d’Aosta, con gli inviati ad affannarsi che, «pensate, a Cervinia in due giorni sono caduti quasi due metri di neve!». A Cervinia, in gennaio, a 2.050 metri sul livello del mare, in mezzo a montagne alte oltre 3.000. Non a Palermo. E giù interviste ai «poveri» villeggianti, che dopo aver sciato e appena usciti da una spa, sono stati costretti a qualche ora di coda perché l’unica via di discesa a valle era stata chiusa per controllare che non ci fosse pericolo di slavine sulla carreggiata. Pensate alle polemiche se avessero lasciato la strada aperta e qualcuno fosse rimasto sotto la neve! A me hanno insegnato che in inverno se vai in quota la neve può anche sotterrarti la baita in una notte. Però in anni di clima mite e piste innevate artificialmente, perbacco come si permette di nevicare? Se la neve resisterà e le temperature non si alzeranno troppo nei prossimi giorni, la prossima estate benediremo questa naturale riserva d’acqua (basta vedere come sta già sparendo la coltre bianca del Guglielmo, però, per dubitarne). Anche perché, nel frattempo, non mi pare che dopo la siccità di pochi mesi fa siano iniziati gli scavi per un solo nuovo bacino d’acqua. Ed il caos nel Bellunese, verso Cortina, con troppi vacanzieri che non avevano gomme invernali e bloccavano il traffico perché non avevano neppure le catene a bordo? Da vent’anni, ormai, i mezzi di informazione descrivono i vantaggi del doppio treno di gomme estivo/invernale, ma troppi ancora non lo utilizzano. Capisco che se uno abita a Roma ha bisogno di gomme invernali solo se va in vacanza sulle Alpi o sugli Appennini, magari un paio di volte l’anno: ma almeno dare un’occhiata alle previsioni meteo prima di mettersi in viaggio e tenere nel baule le catene è così difficile? Per carità, non sono questi i problemi gravi. Ma certo sono l’ennesimo sintomo di quanto in Italia si sia da tempo smarrito il semplice buon senso. Un po’ più di concretezza e di senso della misura probabilmente sarebbero molto utili.
// Lettera firmataRiproduzione riservata © Giornale di Brescia
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