Natale amplifica tutto, anche i dolori Consigli per evitarli
Lettere al direttore
AA
L
’arrivo del Natale non è per tutti un periodo felice, anzi, in questo periodo dell’anno si manifesta il «Christmas Blues» ovvero la «depressione natalizia».
Un periodo che può dar luogo ad una euforia generalizzata che può farci sentire in obbligo di essere felici, generando una sorta di ansia da prestazione. Questo malessere può sorgere nei confronti dei molteplici aspetti che definiscono l’esperienza natalizia: sentimento di solitudine, ansia sociale, frustrazione e ansia economica. Il Natale è vissuto come la festa della famiglia, in cui si devono celebrare gli affetti, l’amore e la gioia dello stare insieme. Non sempre però siamo in armonia con i nostri parenti e quindi i pranzi e le cene possono diventare momenti di disagio e costrizione. Anche la solitudine o la semplice lontananza possono essere un’aggravante se non abbiamo nessuno con cui condividere questi momenti gioiosi. Le festività, così come le ferie estive, rappresentano anche una pausa dalla routine quotidiana che impone i cambiamenti nelle abitudini e nelle attività.
Quindi come reagire al disagio? Potremmo adottare alcuni suggerimenti come:
- abbandonare l’idea che sia necessario partecipare pienamente e in modo gioioso a ogni rituale festivo. L’idea che le festività debbano essere i momenti migliori dell’anno è solo un’invenzione;
- condividere il vissuto con altre persone. Se esplicitiamo il nostro disagio sarà più facile superare quel sentimento di solitudine che alimenta la tristezza;
- potremmo fare qualcosa per gli altri e pensare a chi sta peggio. Pensare ai meno fortunati, essere utili ad altri ci aiuterà a distogliere l’attenzione dai nostri problemi.
Perché come ricorda Charlotte Carpenter: «Se non riesci a trovare il Natale nel tuo cuore, non potrai trovarlo sicuramente sotto un albero».
Nadia Dal Pra
Cara Nadia,
grazie per questa sorta di monito e insieme di prontuario. L’appendiamo idealmente alle pareti di redazione e di casa, per ricordare che il Natale amplifica tutto. Nel bene e pure nel male. La solitudine, come scrive lei. E la malinconia, il dolore per le persone care che non ci sono più.
Ma il Natale al di là, anzi, al di qua del significato religioso e di quanto poi vi abbiamo appiccicato addosso - dallo sfarzosità dei regali all’eccedenza del cibo - per tutti, senza eccezione, può essere essenzialmente questo: una porta aperta, il pretesto per incontrarsi, vedersi, parlarsi, trovando e andando a trovare, invitando ed essendo invitati, bussando e accogliendo...
Natale insomma è un’occasione. Il bello è che non sprecarla dipende da noi, da nessun altro. (g. bar.)
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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