Mio figlio rifiutato da una scuola montessoriana
È con grande amarezza e tristezza che mi trovo a dover segnalare l’atteggiamento e la posizione della scuola montessoriana parentale «Sorriso» nei confronti di noi genitori di un bambino regolarmente iscritto per l’anno scolastico 2016-2017. Dopo aver studiato e applicato il metodo Montessori con successo su nostro figlio abbiamo deciso di iscriverlo alla scuola parentale montessoriana «Sorriso» di Brescia in modo tale che potesse continuare questo percorso molto efficace per l’apprendimento e sviluppo cognitivo del bambino. Dopo aver presentato la situazione di nostro figlio (per il quale è certificata una forma di ipercinesia medio-lieve) al corpo docenti della scuola stessa, e aver evidenziato il fatto che per l’ultimo anno di scuola dell’Infanzia ha avuto l’insegnante di sostegno, la scuola ha accolto comunque la nostra domanda d’iscrizione nel mese di febbraio, senza richiederci alcun accertamento o documento. Il 9 maggio, le insegnanti della scuola dell’Infanzia si propongono di presentare attraverso l’attuale PEI (Piano Educativo Individualizzato) la situazione di nostro figlio all’interno dell’attuale ambiente scolastico in modo tale che possa inserirsi al meglio nel nuovo. Il 26 maggio la scuola «Sorriso» convoca un’assemblea, a cui mia moglie ha partecipato, per tutti i genitori per esporre i dettagli relativi al nuovo anno scolastico. Il 30 maggio ci viene inviata una e-mail della scuola nella quale ci richiedono la diagnosi funzionale di mio figlio rilasciata dall’ASL e che il documento deve pervenire entro il 2 giugno, pena l’annullamento dell’iscrizione di mio figlio alla scuola. A questo punto inviamo la documentazione sempre via posta elettronica. Nel frattempo il 6 giugno c’è l’open-day della scuola e porto regolarmente mio figlio alla scuola. Vado a prenderlo alle 12.30 e mi viene riconsegnato dall’insegnante senza che mi venga segnalato nulla di particolare. Lo stesso giorno ci viene inviata una mail dalla scuola per i dettagli del pagamento anticipato della prima rata. L’8 giugno viene convocata una riunione tra noi genitori e la direzione scuola, la quale non ha neanche analizzato la diagnosi funzionale di nostro figlio e ci comunicano che serve una certificazione per la quale si dichiari che mio figlio non ha bisogno del sostegno. Ci davano 15 giorni per ottenere questo materiale. Ci passano il numero di telefono di un loro psicologo. Chiamo questo psicologo il quale mi comunica che non conosce la scuola Sorriso, e che questa certificazione non esiste. A questo punto trascorsi i 15 giorni, ci richiama un membro della direzione e ci comunica che l’iscrizione di nostro figlio è stata rifiutata. Richiamo la direzione della scuola e faccio presente che all’interno dello statuto non c’è nessun regolamento che preveda l’esclusione di un bambino alla scuola una volta accolta la domanda, nemmeno per casi particolari. Chiedo spiegazioni e mi viene detto che siccome la scuola non ha la possibilità di fornire il sostegno il bambino non può far parte di questo progetto. Tutto questo non è tanto per evidenziare il rifiuto in sé del bambino ma i modi e i tempi coi quali sono arrivati a questa conclusione. In un contesto sociale in cui, purtroppo, già esistono discriminazioni pregiudiziali, promuovere la formazione degli insegnanti proponendo il metodo Montessori e non vigilare su come poi questo viene applicato all’interno della scuola mi lascia molto perplesso. Va ricordato che Maria Montessori sosteneva che il bambino in difficoltà non è ontologicamente differente dai bambini normali. Maria Montessori fu l’educazione tra anormalità e normalizzazione. Utilizzare il suo marchio violando i suoi principi di base non mi sembra un buon inizio per portare avanti un progetto scolastico di questo tipo che sulla carta è molto attraente ma che nasconde delle insidie, in quanto la tendenza di questa scuola è creare un ambiente dove i bambini crescono sfuggendo i problemi e le difficoltà e i genitori pensano che così siano più protetti. Mi auguro che il corpo docenti e la direzione della scuola leggano questa lettera per poter riflettere sull’accaduto e trarne spunti positivi per il futuro.
// E. M.Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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