Mia madre multata sull’autobus Vorrei più umanità
Lettere al direttore
AA
Le scrivo solo adesso, dopo aver meditato una settimana. Volevo lasciare perdere, ma proprio non mi va giù e allora racconto il fatto.
Mia mamma, 83 anni, prese il bus (il n° 10) dal quartiere Lamarmora per recarsi sul corso Zanardelli. Una volta salita fece per timbrare il biglietto, ma l’obliteratrice non era in funzione. Allora chiese al conducente come poteva fare, ricevendo per risposta che non era al corrente e non poteva farci nulla. Così mia mamma (beata ignoranza) si sedette, ma dopo un breve tragitto all’altezza del cavalcavia Kennedy salì sul bus un funzionario controllore (donna). Alla vista del biglietto non timbrato, la risposta fu lapidaria, dicendo che era in multa. Mia mamma fece presente che l’obliteratrice non funzionava, ma il controllore disse che in fondo al bus c’era un’altra obliteratrice, non volendo sentire ragioni e suppliche da parte di mia madre.
Purtroppo, come tante persone anziane, mia mamma fatica a camminare e vuoi perché appesantita, vuoi perché le nostre mamme non vogliono dare fastidio ai figli, usare il bus non è sfizio, ma necessità.
Il punto di questa storia è che il controllore ha fatto sì il suo dovere, ma visto che si era trovata di fronte una persona anziana poteva fare un atto di cortesia e gentilezza, permettendo che il biglietto fosse timbrato.
Con questo non voglio dire di aver ragione, ma un po’ di umanità, oltretutto sotto le festività natalizie, non guasterebbe.
Dario Alghisi
Caro Dario,
se ci mettiamo nei panni suoi e di sua madre non possiamo darle torto. Il tema è meno banale di quanto possa apparire e, a discuterne seriamente, dovremmo affrontare tutta una serie di questioni etiche: dal rispetto formale e sostanziale delle regole, a limiti e opportunità del proprio dovere, alle possibilità o meno di flessibilità e discrezione da parte di chi svolge un servizio.
Il nocciolo però, almeno per come la pensiamo noi, è che gli atti di cortesia e di umanità hanno il primato su tutto. Se poi aggiungiamo che sovente si pizzica il povero diavolo, mentre invece i prepotenti riescono a farla franca, è comprensibile come si perda fiducia in una società equa, oltre che «giusta».
Ci saluti sua madre e le dica di non farne un dramma. (g. bar.)
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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