Mamme con figli Un bene da tutelare, non da penalizzare

Lettere al direttore
Lettere al direttore
AA
Non immaginavo, l’ho scoperto da poco, che fra i vari reati che una persona può commettere c’è anche quello di mettere al mondo dei figli. Mi spiego meglio. Da qualche mese una persona vicina alla nostra famiglia è ritornata al lavoro dopo il normale periodo di maternità seguito alla nascita del secondo figlio. Quasi da subito ha incontrato difficoltà nel mettere in pratica tutti quei diritti acquisiti che prima d’ora nessuno le aveva mai contestato. Addirittura la programmazione delle ferie, pensate nel periodo durante il quale il mare può essere più salutare per i bambini, è diventata un problema insormontabile, tanto è vero che chi tiene il coltello dalla parte del manico (leggi proprietà aziendale) gliele ha negate. Di fronte alle sue rimostranze le sono state rinfacciate colpe assurde, tra le quali il fatto che nessuno l’aveva obbligata a mettere al mondo figli e rimanere assente dal lavoro per un anno, oltre ad un penalizzante cambiamento di orario di lavoro e di mansioni. Detto questo, da uomo, voglio solo aggiungere che di fronte a questi casi di sopraffazione e prepotenza l’8 marzo, la mimosa e altre manifestazioni a favore della donna sono purtroppo ancora relegati al ruolo di puro e inutile folclore. Fino a che non interverrà una sincera consapevolezza dei diritti della donna, un vero rispetto nei suoi confronti e infine dei comportamenti davvero garanti della maternità e del genere femminile saremo purtroppo costretti a dover ammettere che tutto quello che è stato detto finora è solo aria fritta.
Lettera firmata

Carissimo,

quanto siamo tuttora distanti dal superamento di alcuni atteggiamenti «economicisti», dove a prevalere è la logica del profitto immediato, a scapito di ciò che è pienamente umano.

Non vogliamo però perdere la speranza: che per molti, certi atteggiamenti risultino riprovevoli significa che la direzione è quella giusta.

Il massimo poi sarebbe se al moto d’indignazione si accompagnasse in ciascuno di noi un proprio impegno personale per la promozione di una cultura realmente rispettosa della maternità, per una comprensione piena delle reali esigenze delle colleghe e pure dei colleghi con figli. Nel nostro piccolo, per il ruolo che abbiamo, pare di farlo, anche se l’attenzione non è mai abbastanza. (g. bar.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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