Maggio, il mese della poesia e della bellezza
Dicono che maggio si dia un sacco d’arie con tutti i suoi ventagli di rose e di farfalle, ma cerchiamo di essere obiettivi, non c’è una cosa che non sia bella a maggio. Basta guardare il mantello variopinto di uno scarabeo, i ragni che disegnano stelle, le rondini che ballano intorno al campanile e vi assicuro che si può volare sulle ali del melo nell’infinità di un cielo così azzurro che più azzurro non si può. Mi seduce ed incanta questo mese che fiorisce all’improvviso di santelle, le deliziose edicole votive con le Madonne disegnate alla buona, quelle poverine senza la corona, appoggiate ad una finestra senza vetri e senza antelle. Sono proprio un miracolo questi tabernacoli contadini che nascondono i secoli sotto i mattoni antichi di giorni e di preghiere, appoggiati sopra un altare di foglie e di cespugli, rossi di rose, rossi di ciliegie. Che meraviglia. Sono per me davvero più belle delle chiese queste sentinelle attente sugli angoli delle mie strade e dei miei sentieri, impazienti mi aspettano ogni sera con il mio mazzo di papaveri, fiordalisi e margherite. Metto i fiori di campo nell’acqua pulita di un vasetto che fu a lungo custode di marmellate fatte in casa e «mi rifiorisce il cuore di trilli e di frulli».
// Elena Alberti NulliMonticelli Brusati
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