Ma quale «asilo»? «Scuola d’infanzia» è il nome corretto
Lettere al direttore
AA
In merito all’articolo da voi pubblicato riguardante l’estensione del tempo prolungato negli «asili» del Comune di Brescia esprimo il mio profondo rammarico nel constatare come, nel 2024, l’uso della parola asilo permanga nel bagaglio culturale di chi scrive.
Sono un’insegnante della scuola dell’infanzia del Comune di Brescia e rivendico con forza che il grado di scuola in cui lavoro venga nominato con il nome corretto. Le parole sono importanti, il loro uso fondamentale per descrivere il mondo che ci circonda. L’asilo non esiste più da molto tempo; grande professionalità e competenza sono richieste, in questo momento storico ancor di più, a chi si occupa di infanzia. Cortesemente aggiornate il vostro linguaggio.
Chiara Albini
Insegnante scuola infanzia
Cara Chiara,
ha ragione. Potremmo accampare la scusante della comprensione, del fatto che alcune nuove definizioni sono fumose o che la maggior parte delle persone è abituata così (come per il «provveditore», diventato nel frattempo «primo dirigente dell’ufficio scolastico provinciale»).
Queste però sarebbero: scuse. Convinti che le parole siano importanti poiché contribuiscono a creare la realtà e non solo a raccontarla, dovremo essere più attenti. E personalmente lo saremo, promesso. (g. bar)
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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