Lodevoli gli intenti ecologici ma dubbi sull’effettiva efficacia

Lettere al direttore
Lettere al direttore
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È secondo me ormai insostenibile la clamorosa discrepanza tra lodevoli intenti alla base delle «domeniche ecologiche» come quella di oggi, e loro effetti pratici. Edizione dopo edizione, purtroppo, già dal lunedì mattina si nota come l’auspicata riflessione sul moderare l’uso del mezzo proprio alle sole reali necessità, si riveli largamente disattesa. Ogni giorno mi reco al lavoro in bicicletta: ho modo di notare nel dettaglio come molti comportamenti generalizzati potrebbero quantomeno migliorare. Innanzitutto, non si può non rilevare l’impatto sulla densità del traffico da parte dei flussi generati dalle scuole. Prova ne sia che ogni anno, a inizio settembre (e direi anche a inizio gennaio), ad aziende aperte e scuole ancora chiuse, alle 8 dei mattini feriali il traffico è molto più che sostenibile. Magari mi sbaglio, ma mi sembrerebbe improbabile che la stragrande maggioranza di scolari e studenti risiedano talmente lontani dal proprio plesso, e disagiati rispetto ai bus, da necessitare in così larga misura di un trasporto individuale privato. Migliorare rispetto all’oggi, mi si conceda, ci vuol davvero poco! In merito alla qualità (si fa per dire) delle emissioni, desidero far notare che ogni giorno feriale circolano pacificamente mezzi a due o quattro ruote con emissioni decisamente fuori norma. Mi riferisco in particolare a centinaia di furgoni diesel chiusi o cassonati, ma anche a motrici di maggior peso: targhe spesso contrassegnate BB, CC o DD (il che parla di mezzi con anzianità e chilometraggi fuori da ogni logica); fumi neri, densi e supertossici. E nessuno ci fa caso. Perché non mettere una centralina di rilevazione (magari anche mobile?) anche a Ponte Crotte, o lungo via Oberdan... Se ne sentirebbero delle belle. Anche perché ipotetiche pattuglie di vigili potrebbero, già che ci sono, «notare» frequenti passaggi di centauri impegnati in prove di velocità come all’Estoril. Brescia ha il poco lodevole primato di essere in costante supero delle polveri sottili (in particolare Pm 2.5 ) in termini non percentuali, ma di scala (11 volte) rispetto al limite Oms. Solo una frazione di queste sono dovute al traffico su gomma: benissimo. Cominciamo però magari noi cittadini a razionalizzare l’uso dell’auto / moto / camion. Pensiamo che, limitandoci, potremmo agevolare chi si deve per forza recare al /dal lavoro in auto, perché abita lontano e non ha alternative coi mezzi. Chi si reca al lavoro in bici, a piedi o comunque esposto alla nostra aria, ben poco sana. Pensiamo a che pressione costante potremmo tutti esercitare sui pubblici amministratori per migliorare il pubblico trasporto urbano ed extraurbano (mi dispiace, ma non penso sarà decisiva l’iniziativa del tram da reimpiantare, dopo averlo irrazionalmente smantellato a suo tempo). Diciamo a gran voce ai pubblici amministratori che sì, bene le maratone e le domeniche ecologiche, ma facciamo anche i lunedì, i mercoledì e i sabati ecologici; e che qualche pattuglia qua e là, attrezzata magari talvolta con una centralina, oltre che con classico buonsenso e co n l’autovelox, potrebbe fare molto. Altrimenti, si potrebbe dare adito al vago sospetto dei soliti disfattisti maligni, che a torto potrebbero pensare come domeniche ecologiche e maratone abbiano a che fare - absit iniuria verbis - con un qualcosa che somiglia ad operazioni di greenwashing. Non sia mai.
R.M.

Gentile lettore, nessuna delle tante iniziative «ecologiche» è di per sé risolutiva dei problemi ambientali da affrontare. Possono, ciascuna, offrire apporti efficaci e concreti in presenza di una pianificazione concertata e convergente di obiettivi, mezzi e interventi, e di un reale coinvolgimento di tutti gli «attori» istituzionali, professionali e civici... Ognuno insomma dovrebbe fare la sua parte. Noi, comuni cittadini, anche tramite piccoli gesti che dipendono solo da noi: dal risparmio idrico all’uso «intelligente» dei mezzi di trasporto, individuali o pubblici, dalla riduzione dei propri rifiuti al riciclo dei materiali e riuso dei prodotti, e via dicendo. Alle istituzioni il compito di incentivare comportamenti virtuosi, mentre programmano interventi più generali. Nel frattempo, ben vengano comunque maratone e domeniche ecologiche se ci aiutano a capire, almeno sul piano culturale, che andare a piedi si può ed è magari, oltre che salutare, anche bello e divertente (sperando di sfuggire alle ire di Giove Pluvio). (g.c.)

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