L’Informalavoro su base volontaria ascolta tutti
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Data la delicatezza dell’argomento, le scrivo con infinita amarezza in riferimento alla lettera della mia concittadina Barbara Cera, pubblicata il 25 marzo, chiedendo diritto di replica per ristabilire la verità dei fatti. Pur in carenza di risorse per pagare del personale dedicato, ho deciso di riaprire lo Sportello Informalavoro, che avevamo istituito e finanziato dal 2009 (ben lontano da ogni scadenza elettorale) al 2012: si tratta di un’esperienza, come si può leggere dall’articolo pubblicato sul suo giornale, dai brillanti risultati e di cui sono molto orgoglioso. Alla luce della crisi delle finanze pubbliche, ho deciso di mettere a disposizione il mio tempo in un progetto volontario di «informalavoro». Il personale del Comune non svolge per questa iniziativa neppure un servizio di segreteria. Dopo l’approvazione ufficiale del progetto in febbraio, a marzo ho cominciato a incontrare personalmente - quattro ore alla settimana - tutte le persone che ci avevano contattato. E Le assicuro, come può facilmente immaginare, che le richieste di incontro sono molte. Tutti (e dico: tutti) hanno avuto un contatto diretto con me: via e-mail, sia sms o al mio cellulare personale. Li sto incontrando a ritmo serrato, uno alla volta, con il tempo dovuto alla situazione e al rispetto di ciascuno. Nella telefonata del 14 marzo 2014 fra me e la signora Cera (da lei stessa riportata nella lettera al giornale), le ho detto che l’avrei ricontattata personalmente per concordare un appuntamento che conciliasse i suoi impegni e la mia scaletta degli incontri. Si tratta di un servizio appena avviato (la delibera è di fine febbraio) e che si basa sul volontariato; oltre al sottoscritto, interverranno altri volontari, anche in una logica di ricostruzione dei legami della comunità. Probabilmente a noi è chiesto di essere dei superuomini, ma la moltiplicazione delle ore non ci è ancora possibile. Avendo il mio cellulare personale e la mia e-mail personale, mi chiedo perché a soli 7 giorni da quella telefonata non mi abbia semplicemente ricontattato. Le avrei risposto e parlato senza problemi come sempre faccio con tutti. Ma ha preferito scrivere una lettera al direttore. La conclusione molto «politica» della lettera della signora Cera, più simile all’interpellanza di un consigliere comunale che alla lamentela di un concittadino, mi inquieta molto vista l’imminente campagna elettorale, ma in ragione del mio ruolo pubblico e della mia dignità di uomo non mancherò di incontrare e aiutare la signora Cera con tutta la disponibilità e l’attenzione che la sua situazione richiede. Manolo Salvi L’assessore all’Assistenza alle Politiche sociali e giovanili Borgosatollo
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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