L’indimenticabile passione di Maria Rosa per il prossimo

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L’8 maggio 2017 è passata al Signore la dottoressa Maria Rosa Inzoli. È trascorso un anno e la sua memoria resta una benedizione, una testimonianza umana e spirituale vissuta nelle corsie ospedaliere dell’Ospedale Civile ed ospedale Sant’Orsola dei Fatebenefratelli da qui la mia conoscenza negli anni, la sua passione contagiosa alla ricerca del bene nutrita per l’altro, il prossimo e l’insegnamento della medicina alla scuola infermieri «Veri istanti di bene alla comprensione delle cose essenziali della vita in noi e negli altri», rimane il suo passaggio terreno ed ora spirituale, mentre il succedersi delle stagioni mostra il fluire del tempo. L’uomo deve comprendere la sua provvisorietà, il suo essere così simile a quella sabbia che scorre nella clessidra, misura i nostri giorni, la nostra durata è un nulla davanti a te o mio Dio, ogni uomo è come un soffio, come un ombra che passa. Cara dottoressa hai percorso le strade del mondo e tanti di noi siamo stati tuoi compagni di viaggio e ora sei con il Signore risorto la fiamma viva della speranza presente in mezzo a noi (Emmaus). Lascio ai gentili lettori una poesia scritta da me e dedicata a colei che si è confrontata tutta la vita per la vita, per il suo operoso amore per la medicina, per il suo operoso amore a difesa dei malati e della gioventù. «Coglie di sorpresa la tua morte nel cuore di maggio, ultimo sussulto di vita Che conduce per mano all’eterno, ultime giornate pensate forse all’attesa. Non so quando verrai Signore, può essere al mattino, al mezzodì, alla sera. Non so l’ora segnata nella meridiana della vita, forse questi i tuoi ultimi pensieri? Nel cuore di maggio presa per mano quando i fiori fanno ala al tuo passaggio, mi farò coraggio pensando che non sei più. Parti dottoressa non dire il tuo nome perché Dio già ti conosce, dirigiti verso la luce, la sentita verità. Hai creduto ove c’è l’uomo e l’umanità, parti e non fermarti anche pochi passi al giorno ma cammina, se hai bisogno di acqua, aspetta la rugiada della notte. Moltitudini di sguardi hanno visto i tuoi occhi di Paradiso, alla porta del tuo cuore sono passate le genti. Porta che mai si è chiusa ma spalancata sempre! Perché sei stata una porta di madre di medico per le ferite dell’uomo in pellegrinaggio nei cuori di ciascuno; canto del mattutino nell’eternità».

// Fabio Rizzolini
Infermiere presso Irccs Centro S. Giovanni di Dio Fatebenefratelli

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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