Lettere senza nome ma nessun «leone» I garanti siamo noi

Lettere al direttore
Lettere al direttore
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Leggendo quotidianamente le pagine «Lettere al direttore» noto che saltuariamente alla fine dello scritto compaiono diciture tipo lettera firmata o iniziali puntate.

Capisco la privacy, ma se una persona scrive deve prendersi le proprie responsabilità, altrimenti oltre ai leoni da tastiera avremo anche i leoni da giornale.
Bruno Giacomini

Caro Bruno, no.

Nell’ampio zoo ch’è diventata l’informazione, esistono i leoni da tastiera, non quelli da giornale. Il motivo è semplice: chiunque pubblica qualcosa, qui, ha un nome, un cognome e un contatto verificato, anche allorché su esplicita richiesta vengono riportate soltanto le iniziali o un generico «lettera firmata». In questo modo facciamo noi da garanti, prendendoci la responsabilità di quanto finisce in pagina, pur quando non condividiamo ciò che si scrive. Che poi qualcuno abusi di questa possibilità e chieda di omettere i propri dati anche su questioni innocenti possiamo concordare con lei. Nella gran parte dei casi però non la giudichiamo pavidità, bensì esagerata modestia o eccesso di pudore: due difetti che possiamo ben tollerare, nel nome d’un bene superiore qual è la libertà di espressione. (g. bar.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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