Lettera ad uno zio «andato avanti»

AA

Via, forza, coraggio... Oggi tu sei andato avanti ed un pezzo importante di questi miei nove lustri scorrono negli occhi e nella mente, come un film, partendo da quando mi tenevi in braccio da bambino fino a ieri quando ti sorridevo seduto accanto al letto.
Alcuni brevi, brevissimi ricordi, ma intensi e forti come le tue braccia, potenti come la tua «vociona» riaffiorano e mi inumidiscono gli occhi.

Le mie prime volte ospite a casa vostra mentre con me «facevate allenamento» in attesa dell'arrivo di Claudio: me ne stavo al mattino ad aiutare la Clementina che confezionava pantaloni con un camioncino carico di ritagli di stoffa a far la spola dalla cameretta alla cucina ed al pomeriggio, al tuo arrivo dall'OM, a far tappa al «circolo» in Borgo Trento dove i tuoi amici ti aspettavano per la partita a bocce e a carte.
Ed ai Comboni, dopo la Messa ed il pranzo dell'annuale riunione familiare, che bello quel gol segnato dopo una incredibile serpentina, scartando tutti gli altri parenti, zii e cugini più grandi... ma non sarebbe mai entrato quel pallone se tu non avessi compiuto una «manovrata» papera aprendo scompostamente le gambe per poi abbracciarmi scoppiando in una fragorosa risata!

E quella volta in Piazza Loggia? Se chiudo gli occhi sento ancora riecheggiare la tua inconfondibile voce che in dialetto discuteva con un gruppetto di signori più grandi di te che avevano osato redarguire Claudio per una sua presunta irregolarità compiuta con la bicicletta: sebbene ragazzino arrivai di corsa preoccupandomi di darti manforte... ma vedendomi arrivare, con la capacità dei saggi, sapesti risolvere la situazione e la discussione in essere con gli altri contendenti si risolse in amichevoli sorrisi e pacche sulle spalle. E poi crescendo le innumerevoli volte in cui sei stato il mio primo tifoso di quando facevo il portiere nella squadra dell'oratorio... nonostante la mia statura bassa mi chiamavi «il gigante» (che inguaribile bugiardo sei stato...)

E crescendo ancora le prime discussioni su attualità, politica e calcio: io con la «V» del Brescia e le perenni piccole gioie e grandi delusioni, tu con la passione per la «Vecchia Signora» con le tue vittorie; io con il mio «esuberante» e «contenuto» estremismo, tu con la tua idea verde come un campo di calcio: e via a contendere espressioni, opinioni, arrabbiature, scontri, incontri, avvicinamenti, distanze davanti ad un buon bicchiere di vino; e finito il tempo a nostra disposizione il solito abbraccio con l'immancabile bacio.
E percorrendo il percorso dei ricordi che bello quella volta che dopo un mio invito a pranzo te ne sei andato dicendomi: «Paolo mi piaci sempre di più: sei diventato un Uomo»... e che diamine, proprio non me lo aspettavo!!! E non dimentico, in ordine sparso, altre mille e mille cose: il tuo aiuto nei momenti di difficoltà, il tuo affetto, i tuoi rimproveri nei momenti tristi, i pranzi e le cene, le festività passate assieme, le camminate in montagna, la tua casa in Valle Camonica, il tuo amato Timmy, le risate per le mie barzellette... ma soprattutto: l'amicizia sincera che hai offerto ai miei genitori. Tu sei andato avanti... io ora mi fermo, non scrivo più... Ti mando solo l'ennesimo bacio: ciao e grazie Zio Renato!

Paolo Parizzi
Brescia

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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