L’emozione d’un biglietto d’auguri

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Quando si avvicina una festa importante, come per esempio la Santa Pasqua, ripenso ad anni in cui si aspettava con curiosità il postino. Parenti e amici spedivano infatti il biglietto di auguri, spesso simpatico nella raffigurazione, mescolando sacro e profano, a seconda che la famiglia del destinatario fosse composta solo da adulti o anche da bambini. Poche semplici parole, all’apparenza banali, ma molto gradite. Per ogni ricorrenza si scrivevano biglietti o cartoline: Natale, Pasqua, compleanni, anniversari, da luoghi di villeggiatura. Mi è sempre piaciuto ricevere auguri scritti e molti li ho conservati. Sono un ricordo tangibile che si può riprendere in mano di tanto in tanto e pensare con affetto al mittente; parenti che non ci sono più, bambini ormai diventati adulti, amici persi e ancora vicini... tra un sorriso e una lacrima di commozione, si ripercorrono tappe della nostra vita anche attraverso biglietti d’auguri e cartoline da mare o montagna. Ora anch’io, per praticità e cambio di abitudini, uso spesso il telefono o la mail per porgere auguri, ma qualche biglietto a persone care che lo apprezzano, lo spedisco ancora molto volentieri e con altrettanto piacere spesso sono contraccambiata. Anche quando preparo un regalo per qualsiasi occasione, cerco con particolare attenzione la frase con cui accompagnarlo, quasi più importante del regalo stesso, perché espressione dell’affetto con cui l’ho scelta e personalizzata. Sono piccole ma importanti attenzioni, che trasmettono emozioni ....e mai come adesso un sorriso ed un’emozione fanno la differenza in mezzo a notizie tristi se non tragiche, a gesti fatti per dovere più che per piacere, alla fretta e all’indifferenza… Ornella Olfi Montichiari

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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