L’ELOGIO

Lettere al direttore
Lettere al direttore
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Vorrei condividere questi miei sentimenti, ossia la bellezza di poter assistere i miei genitori, in particolare il mio caro papà anziano di ben novantatré anni, appena compiuti, ma che sa sempre darti molto di più di quel tempo ed energia che necessita per poterlo accudire. C’è un sentimento di gioia e di pace quando la sera, dopo una giornata piena di tante cure e attenzioni da parte di noi famigliari ed anche di una bravissima ragazza più infermiera che badante, nel sapere che si è fatto di tutto per accudire, nel migliore dei modi, la persona che all’origine ci ha dato la vita, ma che ora vedi diventare sempre più fragile e bisognosa di tutte le cure possibili, tornando ad essere come quando si era bambini. Non è facile poter garantire ai nostri anziani le cure di cui hanno costantemente bisogno e ci vuole sempre tanta pazienza ed energia. Elogio tutte quelle persone che badano ai nostri anziani, perché il loro è un lavoro che, se fatto col cuore, non ha prezzo e tanta riconoscenza ai nostri medici e personale sanitario, in generale. Comunque per terminare e dare un senso a questa mia lettera, vorrei dire che i nostri genitori anziani sono comunque una ricchezza, non più in termini concreti di aiuti pratici, ma perché con la loro presenza ci fanno capire che la vita non è solo il fare ed il produrre, ma è anche sapersi fermare, sapersi adattare a loro, al loro nuovo essere e sapere che restano comunque i nostri cari genitori che son sempre stati, nonostante i loro limiti e le loro tante patologie. Prendiamocene cura con tanto amore senza cedere alla fatica ed allo sconforto. Restano sempre un tesoro prezioso che dobbiamo saper conservare per il bene di tutti, noi famigliari per primi. In più ci testimoniano la realtà della vita, ossia che nessuno è eterno e per cui cercar di vivere questa nostra vita con generosità e coraggio, invece di cedere alla cattiveria ed al male che attanaglia il mondo. «Il bene fa bene e viceversa il male fa male». Buona vita.
Margherita Mazzacani

Cara Margherita,

al suo elogio aggiungiamo il nostro, senza altro da eccepire, in giorni in cui la cronaca ci ha proposto tutt’altro genere di rapporto tra genitori e figli (in particolare, la donna ammazzata sul Garda, proprio dal figlio, terzo episodio simile in pochi anni nel Bresciano). Se lo scriviamo è proprio per ricordare che il bene non è mai scontato, bensì necessità di una scelta, continua, rinnovata, sempre. Così come la differenza tra la retorica e un sentimento autentico sta nelle azioni, nel prendersi concretamente cura, come dice lei.

Grazie allora per averci scritto e condiviso con noi i suoi pensieri. Unendo a suoi, anche i nostri auguri per gli anni appena compiuti da suo padre. Certi che il regalo più bello glielo ha fatto lei, standogli al fianco, sempre. (g.b.)

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