Le indecenti battute di Siani sul Parkinson

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Premetto che sono un «napoletano verace» di 76 anni che, felicemente, vive a Brescia da più di 30 anni. Purtroppo, da sei anni, sono affetto dal morbo di Parkinson. Nello scorso dicembre accolsi con grande entusiasmo la notizia che, il famoso attore napoletano Alessandro Siani, avrebbe dato spettacolo al Palabancodibrescia, con un proprio recital; ragion per cui mi precipitai a prenotare i biglietti. Ho visto lo spettacolo. Che indecenza! Per un lasso di tempo, nella seconda parte del recital, un attore (spalla di Siani) ha imitato sconciamente un malato di Parkinson ridicolizzandolo con gesti propri della malattia ed infine venendo appellato «porconsoniano», in dispregio ad ogni forma di delicatezza e rispetto per un problema che investe le sofferenze di centinaia di migliaia di ammalati che non hanno speranza di guarigione. Come si suol dire «mi sono rifatto la bocca» recandomi al Teatro Pavoni per gustarmi un bellissimo lavoro dedicato a Franca Rame, del regista Giovanni Calabrese, recitato con signorilità e bravura da una Compagnia teatrale amatoriale. La morale mi è venuta spontanea, ovvero la notorietà è come il vino, l’abuso fa perdere la testa mentre l’umiltà rivela spesso la parte migliore di noi stessi. Gennaro Savastano Brescia

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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