Latino facoltativo alle scuole medie No al pessimismo
Lettere al direttore
AA
Chiedo anticipatamente scusa se l’intero mio scritto consiste di fatto in una citazione. Tuttavia, a fronte delle dichiarazioni rilasciate dal segretario del PD, Elly Schlein, in merito al ritorno, facoltativo, dello studio del latino alle scuole medie («un’idea nostalgica»), nelle mie anziane orecchie non poterono che riecheggiare le inconfutabili parole di Giovannino Guareschi. «Il Latino è una lingua precisa, essenziale. Verrà abbandonata non perché inadeguata alle nuove esigenze del progresso, ma perché gli uomini nuovi non saranno più adeguati ad essa. Quando inizierà l’era dei demagoghi, dei ciarlatani, una lingua come quella latina non potrà più servire e qualsiasi cafone potrà impunemente tenere un discorso pubblico e parlare in modo tale da non essere cacciato a calci giù dalla tribuna. E il segreto consisterà nel fatto che egli, sfruttando un frasario approssimativo, elusivo e di gradevole effetto sonoro potrà parlare per un’ora senza dire niente. Cosa impossibile al Latino». Personalmente mi auguro che questa proposta rappresenti un piccolo passo verso una nuova attenzione della scuola alle materie classiche ed umanistiche, il cui studio, adeguatamente elaborato, ha reso unica nel mondo la cultura italiana. In tal modo potremo continuare, un poco almeno, a distinguerci, lasciando ad altri il furor dell’omologazione.
Paolo Zanetti
Brescia
Caro Paolo,
l’esercizio più difficile non è tradurre un verso di Tacito, Cicerone o Quintiliano, bensì spogliarsi di ogni pregiudizio e valutare il buono o il gramo di ogni proposta a prescindere se ci stia simpatico o meno il ministro e governo di turno.
Lungi da noi allora consigliare prudenza a coloro che fideisticamente applaudono, così come far cambiare idea ai profeti di sventura, che vedono del gramo dappertutto.
Condividiamo invece appieno e riportiamo le parole di Claudio Marazzini, membro della commissione ministeriale, oltre che presidente onorario dell’Accademia della Crusca: «Il latino facoltativo esiste già da anni in molte scuole medie ed è il miglior contrasto al pessimismo che deriva dai dati di inchieste internazionali, secondo i quali gli italiani hanno gravi difficoltà nel comprendere un testo scritto!» (g. bar.)
Paolo Zanetti
Brescia
Caro Paolo,
l’esercizio più difficile non è tradurre un verso di Tacito, Cicerone o Quintiliano, bensì spogliarsi di ogni pregiudizio e valutare il buono o il gramo di ogni proposta a prescindere se ci stia simpatico o meno il ministro e governo di turno.
Lungi da noi allora consigliare prudenza a coloro che fideisticamente applaudono, così come far cambiare idea ai profeti di sventura, che vedono del gramo dappertutto.
Condividiamo invece appieno e riportiamo le parole di Claudio Marazzini, membro della commissione ministeriale, oltre che presidente onorario dell’Accademia della Crusca: «Il latino facoltativo esiste già da anni in molte scuole medie ed è il miglior contrasto al pessimismo che deriva dai dati di inchieste internazionali, secondo i quali gli italiani hanno gravi difficoltà nel comprendere un testo scritto!» (g. bar.)
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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