L’APPELLO

Lettere al direttore
Lettere al direttore
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Carissimi lettori e lettrici, buon giorno a tutti! Mi chiamo Cristina, ho 47 anni e sto vivendo, come tanti, un periodo molto difficile e scrivervi è l’unica strada per essere almeno ascoltata. La mia storia è complicata da spiegare, ma neanche troppo! Nella mia vita ho sempre lavorato; due anni fa mi sono separata, disoccupata e con uno sfratto. Ho vissuto per strada, pur avendo trovato lavoro, sperimentando la solitudine! Residente ad Azzano Mella, è stata effettuata, correttamente, la cancellazione nei termini di legge. Cosa vuol dire? Significa perdere ogni diritto, diventare clandestina e l’annullamento del Codice fiscale con i relativi benefici ed esenzioni. Io soffro di una sindrome cronica, ora come faccio ad acquistare la mia terapia usufruendo della mia legittima esenzione? L’assistente sociale mi rimanda a quella del Centro psicosociale e viceversa entrambe, con giusta causa. Fino al 31 dicembre ho lavorato, mi sono sempre data da fare contando su me stessa... cosa devo fare ora? A voi la parola! Grazie per il vostro ascolto.
Cristina

La ascoltiamo volentieri, signora Cristina. E chiediamo ai lettori di fare altrettanto. Ma vorremmo poter fare di più, cominciando con il lanciare un appello: chi può farsi carico di questa storia, verificarne gli estremi ed offrire una via d’uscita, di riscatto? Non fare niente, equivarrebbe ad una resa. Non solo per Cristina, ma anche per il concetto stesso di comunità, capace davvero di «non lasciare indietro nessuno». (n.v.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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