Lanterne volanti Belle, ma troppo pericolose

AA

In questi ultimi anni ha preso piede la moda di festeggiare il Capodanno (e altre feste) liberando verso il cielo le cosiddette lanterne volanti (o lanterne cinesi), cioè quelle specie di piccole mongolfiere che salgono verso il cielo grazie ad un fuoco che viene acceso al loro interno. Non nego che tali lanterne siano suggestive. Peccato che siano piuttosto pericolose specie nei periodi di siccità: se tutto funziona la «mongolfierina» sale in cielo, ma se qualcosa non funziona diventa una vera mina vagante e può cadere ovunque con conseguenze disastrose (pare poi che queste lanterne possano diventare pericolose anche per il traffico aereo se rilasciate nel raggio di pochi chilometri da un aeroporto). Le cronache dell’inizio dello scorso anno ci hanno detto che un capannone a Borgosatollo ha preso fuoco per colpa di tali lanterne; secondo tali cronache persino l’albero di Natale di Piazza della Vittoria, in città, prese fuoco per colpa di una lanterna volante; se ben ricordo anche un incendio boschivo in alta Valle Trompia fu attribuito a tali lanterne. Anche questo Capodanno è stato caratterizzato da siccità e da incendi: si ipotizza che il vasto incendio dei boschi di Tremosine sia dovuto ad una lanterna volante. Anche a Milano un incendio è stato attribuito alle lanterne volanti; altri due in Brianza (a Brugherio e a Lissone). In genere tali episodi rimangono nelle pagine di cronaca locale, e dunque non creano allarme; ma se potessimo controllare tutti i giornali locali, probabilmente troveremmo decine di episodi analoghi. E allora mi chiedo: possibile che chi libera tali lanterne non pensi alle conseguenze che ne possono derivare specialmente nei periodi siccitosi? Possibile, poi, che le autorità non facciano nulla per impedire la diffusione di tali pericolose usanze? L’uso delle lanterne volanti potrebbe considerarsi già ora proibito in alcuni casi in base all'art. 57 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (il cosiddetto Tulps) che vieta nei luoghi abitati le accensioni pericolose (e anche «l’innalzarsi degli aerostati con fiamme»: ma tali lanterne possono essere considerate aerostati con fiamme?); vi è poi l’art. 703 del Codice penale che punisce (con lievissima sanzione penale) chi tiene quelle condotte vietate dall’art. 57 del Tulps. Ci sono poi gli articoli 423 bis e 449 del codice penale che sanzionano con sanzione più significativa chi cagiona incendi colposamente. Ma tali previsioni non bastano. La lanterna potrebbe cagionare un incendio a chilometri di distanza, rendendo dunque non identificabile il colpevole (comunque non facilmente identificabile quando sono in tanti a lanciare le lanterne). E, comunque, lo scopo non dovrebbe essere condannare, bensì prevenire. Magari bisognerebbe aggiungere nel Tulps degli articoli che vietassero la vendita e il possesso di tali lanterne in modo assoluto o che li consentissero solo a poche persone autorizzate (un po' come per i fuochi artificiali). Mi piacerebbe che la stampa sottolineasse maggiormente tale pericolo e magari che i nostri parlamentari si attivassero per cercare di risolvere il problema, magari presentando interpellanze ad hoc al ministro dell’Interno, e comunque rendendosi promotori di una iniziativa legislativa nel senso sopra auspicato. Vorrei che il Capodanno 2018 non registrasse più incendi così stupidi.

// Fabio Negrini
Brescia

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato