L’albero di Fiorella vale assai più delle offese di Milei

Lettere al direttore
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Qu esta mattina, in una aiuola appena fuori dal liceo De André (ad indicare l’importanza di uscire nella realtà sociale esterna) e accanto, significativamente, ad una panchina rossa, è stata effettuata la piantumazione di una pianta del «kaki project», in memoria della professoressa Fiorella, salita in cielo troppo presto, una straordinaria fabbrica di empatia, molto amata da alunne ed alunni, da colleghe e colleghi, che ha evidentemente lasciato tracce importanti. Sembra proprio di vedere lassù il suo sorriso luminoso, perché Fiorella ha sparso semi importanti di cultura per la pace, per l’inclusione, per l’ambiente, ed ora, con orgoglio, vede germogliare frutti straordinari. È molto bello verificare che Fiorella continua a vivere nella sua scuola, perché le sue idee, il suo modo di insegnare, il suo rapporto con alunne, alunni, colleghe e colleghi, continuano a vivere concretamente nella vita quotidiana del liceo, anche dentro il kaki project a lei dedicato. Dopo la cerimonia per la piantumazione del kaki, nell’aula magna della scuola, sono stati presentati i lavori realizzati da alunne ed alunni collegati al progetto. E mi sono commosso e sono rimasto particolarmente colpito dai testi, video, disegni, fotografie, haiku (poesie brevi giapponesi), trasudanti valori alti con i colori belli della pace e dell’inclusione. Mi sono anche lasciato gradevolmente contagiare dall’aria frizzantina che si respirava nell’aula magna, con ragazze e ragazzi, insegnanti, tutte e tutti allegri e gioiosi, con sorrisi belli e complici, contenti e orgogliosi di avere realizzato in prima persona qualcosa di importante. Ringrazio il liceo De André, perché mi ha fatto vivere una fantastica mattinata, ma soprattutto perché mi ha dimostrato come sia possibile operare nella scuola per la pace e per l’inclusione. E mi piacerebbe tanto che tutte queste belle cose arrivassero in Argentina (ma non solo), dove il presidente Milei definisce le persone che soffrono di disabilità cognitive «ritardati», e include all’interno di questa categoria le classificazioni di «idiota», «imbecille» e «mentalmente debole».
Vito Lancellotti
Brescia

Caro Vito,

Fiorella portava nel nome un destino: non a caso s’è trasformata in seme. Aver scelto di onorarla con una pianta è il riconoscimento più bello che si poteva farle.

Perciò ringraziamo anche noi dirigenti, docenti e studenti del liceo De André, mentre sul presidente argentino Milei passiamo oltre. Senza supponenza né stracciandoci le vesti. Per due ragioni.

Primo, si qualifica da sé. Secondo, chi è così cieco da non cogliere i colori della diversità - e più ancora il valore della «debolezza», della «fragilità» - certo è altrettanto sordo da non ascoltare le ragioni di chi è sensibile. Urlare indignati non serve.

Meglio fare come Fiorella, che grazie all’empatia, ha lasciato frutti dolci e radici profonde. (g. bar.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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