L’addio al punto nascite e un saluto a chi ne è l’anima

Lettere al direttore
Lettere al direttore
AA
Apprendo con dolore dal nostro giornale di sabato, 22 giugno, della chiusura del punto nascite dell’ospedale di Gavardo. Senza volermi inoltrare in disanime che riguardano la sanità territoriale e la pessima gestione in tema da parte di Regione Lombardia, gestione che tende ad accentrare i servizi in grandi ospedali lasciati, però, poi, in carenza di fondi e personale, a vantaggio della sanità privata, desidero esprimere tutta la mia vicinanza e solidarietà al personale del punto nascita con il quale ho avuto modo di lavorare qualche mese, nell’estate del 2022. Ne ho potuto apprezzare la competenza, la cortesia e l’amore per il proprio lavoro. Abbraccio forte le infermiere e le ostetriche, il personale medico e la dolcissima, fenomenale caposala del nido/pediatria, Flavia Quaranta. Sono sempre nei miei pensieri. Lavorare con loro è stato un piacevolissimo privilegio.
Chiara Rossini

C

ara Chiara,

la chiusura di un punto nascite è sempre una notizia listata a lutto. Se poi avviene in un territorio di valle, già di per sé sguarnito di presidi e servizi, lo è ancora di più.

Così pure, per carità di patria, nemmeno vogliamo infierire sul sistema sanitario in Lombardia, con le mancanze e le difficoltà che ciascuno sperimenta sulla pelle sua o su quella dei propri cari. Un’unica cosa tuttavia, per correttezza, va ribadita: un punto nascita non si chiude per inefficienza e neanche per cattiva volontà, bensì perché sotto un certo numero di parti il rischio diventa troppo alto sia per le mamme, sia per i neonati. Non sono i burocrati o i politici a dirlo, bensì i medici e il personale che vi lavora. Accettarlo è difficile, ma far finta di nulla sarebbe peggio, poiché avremmo ogni incidente sulla coscienza.

Detto ciò, ringraziamo anche noi chi vi ha lavorato e confidiamo - quello sì - che la Regione non abbandoni Gavardo e territori limitrofi, offrendo qualcosa di nuovo e diverso a compensazione di ciò che lì non può restare. (g. bar.)

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