La scuola mi è stata maestra di vita e di rispetto

Recentemente, leggendo delle azioni violente subite dagli insegnanti ho ripercorso, nella mente, il mio cammino scolastico. Ricordo la mia maestra delle elementari, maestra unica che mi ha accompagnato fino alla quinta; grazie a lei ho imparato i primi rudimenti del leggere e dello scrivere, la rammento ogni anno al fiorire dei bei vermigli fior o guardando i cipressi che a Bolgheri alti e schietti..., mi ha fatto viaggiare con l’atlante geografico il mondo e quando mi mandavano a fare le compere non sbagliavo mai i calcoli, anche per questo le sono grata. I miei professori delle medie (per tre anni sempre gli stessi) mi hanno fatto amare anche la lingua latina e, con l’insegnamento dell’idioma francese mi hanno catapultato in un mondo nuovo, ma soprattutto grazie a loro ho imparato un metodo di studio. I professori del liceo mi hanno permesso di scrivere un curriculum vitae coniugando correttamente i verbi, di discutere un budget finanziario, di inserirmi nell’ambiente universitario senza troppe difficoltà. I miei professori universitari mi hanno insegnato il rigore della professione e come questa deve sempre essere accompagnata da un profondo amore per la persona. Poter studiare è stato un privilegio e sono grata a tutti i miei insegnanti anche se non con tutti si è instaurato un rapporto idilliaco, ci sono stati momenti difficili, ostacoli ed anche qualche incidente di percorso ma tutti hanno contribuito, in maniera significativa, alla mia crescita umana e professionale e, sarà per l’età ma ricordo il viso di ognuno di loro. Se ancora oggi, periodicamente, io e i miei compagni di scuola ci incontriamo davanti ai giardinetti del Calini, testimoni dei primi amori alla Venditti e dei libri stretti nella cinghia, per condividere un momento conviviale con i nostri professori è perché la scuola ci ha insegnato anche il valore della amicizia, della condivisione, della riconoscenza che è un sentimento che non svanisce. Sarà forse per questo che non capisco l’uso incongruo da parte degli studenti delle sedie e delle mani che colpiscono e non sanno più stringere altre mani.
// Maria Angela BertoliRodengo Saiano
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