La mia patente per ora resta in ostaggio di Poste

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La mia patente di guida è in ostaggio delle Poste Italiane. Anzi, del servizio «postapatente» di Poste Italiane. L’ho rinnovata qualche giorno fa e mi sono stupito nel trovare nella buca delle lettere, solo a pochissimi giorni di distanza, uno scontrino di Poste Italiane che recita più o meno così: «1° avviso di mancata consegna. Non si preoccupi, abbiamo noi la sua patente ma non abbiamo trovato nessuno in casa. Può chiamarci al numero … e prenotare una nuova data di consegna nei giorni dal lunedì al venerdì previa verifica di fattibilità e disponibilità da parte di Poste Italiane (ma ci dia almeno due giorni di tempo per organizzarci, dopo la telefonata). Se non ci contatterà riproveremo a consegnarla tra 10 giorni solari, senza nessun ulteriore costo aggiuntivo». Finalmente l’Italia si aggiorna e la burocrazia diventa efficiente! Dopo alcuni (molti) tentativi di contattare il mitico 803.160 (a cui risponde il Contact Center di Poste Italiane, come scritto sullo «scontrino») e avere digitato in sequenza i vari 1 , 2 , 5, 18, 64 , 27… , e dato finalmente l’autorizzazione ad essere richiamato per un sondaggio di soddisfazione del cliente (ogni volta che negavo il consenso la linea cadeva dopo pochi secondi, ma sarà stato sicuramente un caso… continuo a ripetermelo che deve essere per forza un caso… ma tanto è caduta anche quando mi hanno richiamato per il sondaggio) mi risponde una gentilissima operatrice. Cerco di spiegarle che io e mia moglie lavoriamo e siamo fuori casa sempre, nei normali orari di ufficio, quindi preferirei sapere dove è in giacenza la mia patente per ritirarla personalmente (è scaduta, e mi serve anche per lavoro). La risposta è immediata e sintomatica di una efficienza da Paese nordico: non posso ritirarla presso una loro struttura, ma posso prenotare una nuova riconsegna, anzi… potrei, se non fosse che il sistema è in aggiornamento e quindi in realtà non e possibile prenotarla. Ma posso stare tranquillo: tra 10 giorni solari ci riproveranno, quindi basta che io mi faccia trovare a casa alla solita ora in cui passa il postino (mai visto in vita mia, visto che io a quell’ora lavoro a parecchi chilometri di distanza, e mai saputo a che ora passa) e potrò ritirarla. Ribadisco alla gentilissima operatrice che io non sono mai a casa di giorno, quindi chiedo che mi venga consegnata in ufficio (almeno sono sicuro di esserci ogni giorno a ogni ora). Ovviamente non è possibile la consegna ad un indirizzo diverso da quello di residenza, ma mi garantiscono che loro, per contratto, devono fare tre tentativi a distanza di 10 giorni (solari), quindi basterà che io non ci sia tutte e tre le volte e poi verrò ricontattato per concordare dove potrò ritirarla. Io non ho dubbi che in quei tre tentativi non ci sarò a casa, e ho la certezza che tre tentativi a distanza di dieci giorni solari fanno 30 giorni (solari, specificarlo è sintomatico di efficienza e precisione, quindi loro lo fanno), ho anche la certezza che la mia patente è scaduta, che all’estero il mio pezzetto di carta del rinnovo non ha alcun valore, e infine ho una grande e amara certezza: che siamo in Italia, e che ogni sforzo per lanciarci in una nuova epoca implementando servizi efficienti si scontra con una mentalità ottusa da burocrazia ottocentesca. Complimenti ha chi ha pensato questo nuovo servizio «postapatente», un po’ meno alla manica di incompetenti (avrei usato un termine un po’ più deciso, ma non credo me lo avreste passato) che nell’attivarlo è riuscita a trasformare quella che era una buona idea di un Servizio, utile al cittadino che lavora, in una faccenda kafkiana degna della peggiore burocrazia. Come sempre il problema non sono i cervelli in fuga: sono quelli che rimangono…

// Lettera firmata

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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