«La mente è come un paracadute»

Riflessioni.
AA

Mi piacerebbe, specie in tema di religione e di politica, un po' di autocritica e un pizzico di obiettività. Invece, vedo procedere ognuno per sé e tutti contro tutti. Ma, considerato che una netta divisione tra sporchi e puliti, tra integerrimi e intrallazzatori è assurda e falsata, condivido ciò che Albert Einstein diceva: «La mente è come un paracadute. Funziona solo se si apre». E nel mio lungo percorso ne ho visti di cambiamenti, nel bene e nel male! Sappiamo di mentalità che si sono aperte a soluzioni impensabili, relative a problemi che sembravano insolubili. Se è già successo potrà ancora accadere. Ma ognuno di noi dovrà dare un contributo di apertura e di buon senso, per il bene di tutti, nel rispetto di ognuno. Cominciando in famiglia, con scrupolosità e attenzione, tenendo ben presente che quelle spugne che sono i nostri figli... assorbono. La tolleranza, la comprensione, l'apertura mentale verso le diversità, la succhiano come il latte materno, in famiglia. Con una buona semina, i bambini di oggi, uomini di domani, impareranno a guardare alla politica senza astiosità e demonizzazioni. Questo renderà migliore anche la convivenza tra le diversità. Le ostilità sono soltanto fonte di malessere anche nel mondo del lavoro e per quanto mi è possibile ricordare, nella mia famiglia, modesta e oppressa da disagi di vario genere, ho sempre sentito ripetere che il lavoratore subordinato deve contribuire scrupolosamente all'interesse del datore di lavoro. Proprio partendo da un sano, lapalissiano, principio che mio padre, non si stancava di ribadire. «L'imprenditore, può fare a meno di te. Ti sostituisce e va avanti per la sua strada, ma tu - che non hai avuto fortuna, che non hai soldi, che non hai avuto le occasioni (o che non hai saputo coglierle) e probabilmente non hai nemmeno le sue capacità - se lui fallisce vai col sedere per terra». Augurare prosperità e bene «al padron da le bele braghe bianche» è meno altruistico di come può sembrare.
Renata Mucci
Brescia

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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