Kaunas non cambia Gemellarsi è stato sbagliato

Lettere al direttore
Lettere al direttore
AA


E

sprimo profondo rammarico e delusione per la firma del gemellaggio tra Brescia e Kaunas, avvenuta ieri nonostante le numerose azioni intraprese per bloccare questo atto.

L’amministrazione di Brescia ha trattato con superficialità una questione delicata. Kaunas e la Lituania sono noti per un radicato antisemitismo, i crimini dell’Olocausto e la distorsione della storia. Nonostante le prove documentali, nessuno ha verificato adeguatamente le affermazioni delle autorità di Kaunas.

Il gemellaggio è inopportuno, data l

a storia e l’attitudine di Kaunas e della Lituania, che continuano a distorcere le loro responsabilità storiche. Questo atto dimostra inquietante indifferenza verso l’antisemitismo e mancanza di rispetto per la memoria delle vittime dell’Olocausto.

Il Comune ha ignorato informazioni cruciali e mostrato indifferenza.

Come avete dato evidenza alla firma del gemellaggio, sarebbe equo dare evidenza anche allo sconcerto e al ra

mmarico che questo provoca

.
Paolo Huscher
Busnago - Monza Brianza

C

aro Paolo, le sue accuse nei confronti del Comune di Brescia sono gravi e non coincidono con la serietà di un’istruttoria che siamo certi ci sia stata e di cui abbiamo dato puntualmente conto nei mesi scorsi. Se gli amministratori locali volessero contestualmente risponderle, daremo loro spazio. Da parte nostra, invece, siamo favorevoli ai «gemellaggi» proprio perché non «dimenticano» il passato, bensì costringono le generazioni attuali a «ricordare», tessendo fili di conoscenza ed esperienza condivisa, ponendo basi solide di convivenza. I «gemellaggi» sono auspicabili perché non sono calati dall’alto, ma coinvolgono le città, i paesi, le comunità locali, i singoli cittadini, creando uno scambio, una cultura di comprensione reciproca, di vicinanza. Un’amicizia, oseremmo dire. Nessuno può negare l’orrore dell’Olocausto e può darsi che a Kaunas ci sia qualche rigurgito di distorsione storica, ma parimenti la Lituania è ora nell’Unione Europea e accetta le regole di democrazia. In più non possiamo negare il dubbio che se ci fossero stati più «gemellaggi», più rapporti e relazioni e scambi tra comunità, tra famiglie, tra individui, immani tragedie si sarebbero potute evitare. Comprendiamo che chi ha subito nella propria carne il dolore dell’Olocausto sia più sensibile, guardingo, sospettoso. Tuttavia è caratteristica dei forti aprirsi agli altri, senza accettare limitazioni alle proprie ragioni. Come sta scritto nel Talmud: «Chi salva una vita, salva il mondo intero». Parimenti, se il gemellaggio con Brescia ha indotto anche soltanto una persona a riflettere sul male fatto, possiamo dire che non è stato inutile. Per questo, da osservatori esterni, lo difendiamo. (g. bar

.)

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