Io, una mamma che è stata salvata dall’alcolismo

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Ciao, mi chiamo R. e sono un’alcolista. Finalmente riesco a dirlo ed accettarmi come tale. Sono una mamma separata di due, ormai cresciuti, ragazzi ma quando bevevo erano bambini. Davo la colpa del mio bere alla separazione, mio marito si era rifatto una vita e questo mi ha fatto sentire fallita come donna, mi sentivo persa. In una separazione ci sono accordi da rispettare e quando i miei figli passavano i week-end dal loro papà io mi ritrovavo sola... ho sempre odiato la solitudine e passavo tutto il tempo in casa ad aspettare la domenica sera. Poi mi sono data una mossa e ho iniziato a uscire, pranzi e cene dove c’era sempre un bicchiere di vino per accompagnare le pietanze. Io che non bevevo e mi reputavo un’astemia cominciai a bere un bicchiere di vino e mi piacque molto la sensazione che provai, non apprezzavo il gusto ma piuttosto la leggerezza che mi dava. Cominciai così ad annegare in questo falso oblìo tutte le paure, frustrazioni e fallimenti, ma visto che questa illusione di star bene durava quanto l’effetto dell’alcol ho adottato questo metodo anche in casa. Ma purtroppo quel bicchiere che mi faceva bene divennero tanti, troppi al punto tale di dimenticare chi fossi. Non ero più una Mamma! Non ero presente, dormivo sempre, straparlavo, sbalzi d’umore allucinanti con i miei bambini che già stavano soffrendo e che dovevano accudire una madre ubriacona. Non ero più nemmeno donna: fisicamente sfatta, enorme, gonfia con il fegato a pezzi. Non mi guardavo più allo specchio, mi facevo così schifo che un giorno ho coperto tutti gli specchi in casa! Ma anche la testa cominciava a perdersi: una frase sensata non riuscivo a metterla insieme, la memoria non c’era più, ero diventata bugiarda all’inverosimile con tutti solo per procurarmi quella maledetta sostanza, avevo la casa infestata da bricchi di cartoncini di vino che ritrovavo quando mi ricordavo di pulire! Non c’ero più! Ho tentato pure il suicidio anche se in realtà era già morta dentro, non era più vita, il mio unico pensiero era procurarmi da bere. Bevevo giorno e notte, ormai la notte non dormivo più e al mattino tremavo talmente tanto che facevo colazione con il vino. Poi due angeli, le mie sorelle, che da tempo si erano accorte del mio stato, senza dirmi niente, cominciarono a frequentare un gruppo di Al-Anon (famigliari e amici degli alcolisti anonimi) per capire cosa mi stava succedendo e come avrebbero potuto aiutarmi. Sempre nel rispetto più assoluto e senza mai giudicarmi, hanno aspettato il giorno del mio crollo, in un pianto incontrollabile parlai a loro del mio inferno e finalmente chiesi aiuto. Loro, sempre in punta di piedi e con il sorriso, mi accompagnarono ad un gruppo di Alcolisti Anonimi dove mi attendeva una persona che poteva darmi una mano. Io, ignara di tutto, risposi: se è solo una persona va bene! Invece mi ritrovai in una stanza con molte persone. Avevo vergogna, ero terrorizzata, per me i gruppi di Alcolisti Anonimi esistevano solo nei film americani e mai avrei pensato di farne parte. Ma aprire la porta di quella stanza il 31 ottobre di 5 anni fa mi ha ridato la vita! Ho incontrato persone stupende, che mi hanno capito subito visto che tutti avevano vissuto il mio inferno alcolico, amici da subito. Mi hanno spiegato che l’alcolismo è una malattia progressiva e mortale ma che si può curare con il programma di recupero di Alcolisti Anonimi: 12 passi per un nuovo stile di vita. Mi hanno suggerito di non aver fretta ma di fare le 24 ore senza bere... un giorno alla volta. Sono riuscita a mettere il tappo a quella maledetta bottiglia che era diventata padrona della mia vita, ho provato! In fondo se tutti loro ce l’avevano fatta perché io no? Ho provato a fidarmi di un gruppo di sconosciuti ed ora loro sono la mia seconda famiglia. Ci ho messo tanta volontà e tanta fatica ma oggi sono sobria da 2 anni. Ringrazio di cuore gli amici del gruppo di Alcolisti Anonimi, il gruppo Smi di Ospitaletto che mi ha seguito con tanta pazienza ma soprattutto ringrazio la mia famiglia che prima di loro mi ha stretto in un enorme abbraccio che mi ha dato la forza di continuare: i miei fantastici figli (preziosi gioielli della mia vita), la mia famiglia, gli amici e il mio stupendo compagno, apparso nella mia vita quando ancora ero nel problema ma che con il suo amore e tanta pazienza mi ha sostenuto sempre. Fate come me! Non abbiate paura di chiedere aiuto, la paura è una nemica come l’alcol. In Alcolisti Anonimi è qui apposta! E oggi che sono sobria posso dire di essere orgogliosa di farne parte. Per informazioni chiama senza timore! Il Referente provinciale per Brescia ha come recapiti: telefono: 334.7344880, mail ref.bs@aa-arealombardia.it. R. Un’alcolista Brescia

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