Inps, lo stipendio del presidente non è «astronomico»

Non ho particolare simpatia per Tridico, men che meno per gli sponsor (5 stelle e Lega di Salvini) che l’hanno portato alla presidenza dell’Inps, ma sono scandalizzato dal rumore, decisamente pretestuoso e sbagliato, che si sta facendo intorno all’aumento di stipendio del numero uno del nostro istituto previdenziale. Che si debbano aumentare le retribuzioni di operai, segretarie di studi professionali e addetti alle pulizie mi sembra giusto. Ma che si urli perché il presidente dell’Inps percepisce 150 mila euro lordi all’anno va oltre ogni assurdità. Certe discussioni deliranti non si facevano neppure nell’Unione Sovietica di Breznev e tanto meno non si fanno oggi nella Repubblica Popolare Cinese. Ad esempio, in Regione Lombardia (come altrove d’altronde), governata da Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia, un dirigente che coordina un singolo settore con un budget anche modesto da gestire viene pagato più del presidente dell’Inps che ha un centinaio di sedi, 25mila dipendenti, 250 miliardi di riscossione di contributi, 16 milioni di erogazioni ogni mese. Il presidente della Brebemi, una piccola autostrada di 60 chilometri, per fare un altro esempio, guadagna più del triplo del povero Tridico. È bravo? Non è bravo? Questo si deve discutere. Ma poi diciamocelo, ce l’hanno messo Di Maio e Salvini in quel posto.
// Dino SantinaBrescia
Gentile lettore, più che per il raddoppio di stipendio (dal punto di vista quantitativo non appare in sé «scandaloso» rispetto al livello di responsabilità che competono al presidente della più importante istituzione previdenziale italiana), il caso Tridico fa scalpore per le modalità con cui si è arrivati a tale decisione e per l'estensione retroattiva del beneficio. L'inadeguatezza della retribuzione precedente, sbandierata a suo tempo come taglio ai «privilegi della Casta», poteva essere corretta alla luce del sole, senza interventi alla chetichella che alla fine, quando scoperti, fanno perdere ancor più la faccia a chi non la vuol perdere tornando sui propri passi… Ma il polverone sollevato non deve oscurare le priorità a cui l'Inps è chiamata oggi a dare risposta urgente: l'erogazione della cassa integrazione ai lavoratori che l'attendono da mesi, e il rimborso alle aziende che l'hanno anticipata ai propri dipendenti. A riportarci bruscamente alla realtà è una delle lettere di oggi. E allora con il premier Conte, anche per noi l'auspicio è che Tridico si dedichi a far funzionare la macchina Inps «giorno e notte perché ci sono cittadini che ancora aspettano la cassa integrazione e non hanno mezzi di sostentamento». (g.c.)
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