Il simbolo del Civile cancellato dal portale
Se in questi giorni si accede al Portale Telematico degli Spedali Civili di Brescia si può notare che in alto a sinistra, accanto all’emblema della Regione Lombardia, è scomparso il simbolo M.I. A. che identificava il nostro nosocomio cittadino. Ne riprova il fatto che anche il sito web dello stesso recita http://www.as5t-spedalicivili.it escludendo addirittura anche ogni citazione della nostra città. Ora mi domando come mai in quasi tutte le nuove Asst della Regione Lombardia si sia mantenuto il simbolo che rappresenta ogni ospedale (leggasi Asst di Bergamo, Asst di Mantova, Ospedale Nìguarda di Milano.... ecc.), e quale, di conseguenza, sia stato il criterio «tecnico-scientifico» escogitato affinchè solo il nostro ospedale patisse lo sterminio dei suoi simboli e delle sue tradizioni. Nell’insensibilità e nel silenzio generale, si è perpetrata, a mio giudizio, un’operazione di demolizione culturale che la nostra città non può meritarsi. Ed è per questo che mi permetto di ripercorrere, sia pure in modo sintetico, la storia del nostro ospedale per sostenere con forza la sacrosanta brescianità di una eccellenza che tutti ci invidiano. Nello stemma degli Spedali Civili in alto sta la colomba, poggiata sul libro, al centro la scritta M.I.A. con lo strumento di contenzione. Da quasi sei secoli è il simbolo del nostro ospedale. Infatti nell’ anno 1427 con una deliberazione del Consiglio della città di Brescia nasceva l’Hospitale unum magnum et universale con la volontà di dotare la nostra città di un unico organismo ospedaliero, l’antico Ospedale Maggiore cittadino. In nessuna città italiana un’iniziativa di tale portata, non dico non era mai stata realizzata, ma addirittura nemmemo immaginata. Nella nostra città si realizzava un unico grande organismo capace di garantire la pubblica assistenza ai malati ed ai bisognosi in genere e nello stesso tempo capace di ottenere i massimi risultati di economia e di razionalizzazione della spesa. Lo stemma scolpito in pietra bianca murato sull’ingresso carraio degli Spedali Civili, prospiciente l’omonimo piazzale, forse in origine eretto sulla parete d’ingresso dell’infermeria dell’antico Ospedale Maggiore, non è solo raffigurato ad eterna memoria nelle strutture murarie del nosocomio cittadino ma rappresenta soprattutto l’attaccamento di noi cittadini bresciani al nostro ospedale. L’Amministrazione dell’ospedale completò la costruzione valendosi dei fondi provenienti da elargizioni di enti e di privati benefattori: la spesa prevista era di oltre mezzo miliardo di lire nel 1948. Leggiamo nella relazione dell’Amministrazione: «Si fece fronte alla spesa con l’alienazione di parte del patrimonio improduttivo, con i fondi a sollievo della disoccupazione, con un mutuo concesso dalla Cassa di Risparmio delle PP.LL., col concorso dei benefattori, con l’emissione di obbligazioni, con l’alienazione dell’area di via Moretto e confondi di cassa...» Consiglierei quindi a tutti gli addetti ai lavori ed ai politici di turno, di leggere i due volumi di Franco Robeccchi titolati «Spedali Civili di Brescia mezzo millennio di assistenza sanitaria» ed in particolare la scheda «Lo stemma degli Spedali Civili» che da pag. 135 a pag.141 del primo tomo descrive le origini e la storia di questo simbolo. Forse allora capiranno che l’insegna degli Spedali Civili di Brescia non è solo un mero simbolo ma ad esso è concatenata tutta la storia, dalla nascita fino ai giorni nostri, di una delle eccellenze sanitarie d’Italia.
// Mario SabbadiniBrescia
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