Il silenzio? Una pausa preziosa, non vuoto da riempire per forza
Rumori assordanti, schiamazzi a tutte le ore, voci inutilmente concitate spesso futili e vane, immergono la nostra vita nel tunnel di uno sgradevole e continuo frastuono di sottofondo. Per un attimo vorrei immaginare un mondo silente, in cui possiamo finalmente ascoltare la sottile voce del pensiero, della coscienza, dell’anima. Il silenzio non è solo mancanza di un qualcosa, ma è anche il suo contrario, è la pausa che fa parte della musica stessa, che dà emotività, espressione alla comunicazione. Il silenzio è prezioso ma non siamo più abituati a esso: l'uomo moderno non riesce più a sopportare un lungo periodo senza ascoltare voci, suoni, rumori. Molti credono che il silenzio sia un vuoto da riempire a tutti i costi, anche se in fondo, non si ha nulla da dire. Il frastuono spesso ci manca, lo cerchiamo come l’acqua e l’ossigeno, come se il rumore rappresentasse la vita e il silenzio la morte, e per questo talvolta ci fa paura. Impariamo ad apprezzare la cultura del silenzio, difendiamo il suo valore, per non soffocare la nostra vita nel caos insopportabile del rumore fine a se stesso. Ogni tanto godiamoci la quiete dei grandi spazi, delle montagne, dei boschi, impariamo ad ascoltare la profonda musicalità del cinguettio degli uccelli, della pioggia che batte leggera, del fruscio del vento, dello sciabordio del mare: vibrazioni che non sono altro, che il richiamo della natura. E qualche volta chiudiamo gli occhi ascoltandoci dentro, parliamo anche senza parole, con uno sguardo, un sorriso, una lacrima di gioia o di dolore, apprezzando il dolce suono del silenzio, pieno di vita e di emozioni straordinarie. Purtroppo, spesso sconosciute.
// Michele MassaRiproduzione riservata © Giornale di Brescia
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