Il rinnovo «tacito» dell’abbonamento alla palestra
Scrivo questa lettera in parte per dare sfogo al mio umano senso di rabbia per la sensazione di essere stata la solita ingenua nelle mani di qualcuno più «furbo» di me ed in parte per mettere in guardia coloro che si stessero apprestando a stipulare o che già usufruissero di un abbonamento annuale presso una palestra di fitness.
Due anni fa mio figlio minorenne decideva di iscriversi ad una palestra nata da poco a nord della città, molto reclamizzata per gli ottimi prezzi che riusciva a proporre. Mi presentavo per la stipula del contratto e restavo molto positivamente colpita dall’ambiente e dalla gentilezza della giovane nella sua brava maglietta rossa che mi illustrava con leggero accento straniero, ma con dovizia di particolari, tutte le possibili opzioni del contratto che mi accingevo a sottoscrivere… Ma, e guarda che caso, non accennava minimamente alla clausola secondo cui il contratto, alla scadenza, si sarebbe rinnovato tacitamente per un altro anno (con relativo pagamento) salvo darne disdetta con raccomandata a.r. 90 giorni prima del termine. Ebbene, come un pesce all’amo abboccavo e, pagando per il primo anno, apponevo le mie firme nei posticini indicati da quella delicata mano e me ne andavo soddisfatta. Alla scadenza del primo anno mio figlio decideva di continuare e così con un semplice scontrino per l’avvenuto pagamento rinnovavo per un altro anno. All’inizio di quest’anno scolastico, per sopravvenuti problemi logistici, sceglievamo di lasciar scadere l’abbonamento senza porci alcun problema.
Ed ecco che dopo due mesi ricevo un sollecito di pagamento che mi lascia basita e, riprendendo il contratto, vedo con sommo orrore di avere sottoscritto la famosa clausola del «tacito rinnovo».
Ho frequentato tanti tipi di palestre, piscine, campi sportivi, ma mai mi era capitata una situazione così…
Ammetto di avere firmato, ma ribadisco che se queste persone fossero state in buona fede, al momento della stipula avrebbero potuto essere più trasparenti.
E ciò che più mi indigna è il fatto che tali palestre si rivolgano ad un target prevalentemente giovane che in molti casi vive di lavoro precario e che si trova invischiato in un abbonamento da continuare a pagare anche quando le condizioni non lo permettano più.
Mi sono tolta lo sfizio di navigare su Internet alla ricerca di qualcuno che avesse avuto la mia stessa esperienza: è stato come scoperchiare un vaso di Pandora!
Fate quindi attenzione quando firmate questi contratti perché, anche se tra le parole del motto della palestra in questione c’è l’avverbio «sinceramente», io ho verificato di persona che il modus operandi è l’esatto opposto.
Lettera firmata
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