Il piacere di trovare una cartolina nella posta

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Sarà pure un nostalgico, banale luogo comune, ma è sempre piacevole trovare una cartolina illustrata nella cassetta della posta. Scorci montani con baite fiabesche, spiagge dorate disseminate di ombrelloni variopinti, paesaggi esotici, monumenti e piazze storiche, il mondo intero che ti raggiunge dentro casa. Oggi è un evento sempre più raro. Da parecchio tempo siamo al capolinea di una bella consuetudine, abbiamo dato un sommesso addio alle cartoline che un tempo arrivavano copiose per tenere viva un’amicizia, per ricambiare gli auguri per le festività, per salutare dai luoghi di vacanza, per anticipare qualche novità. Nostalgiche le cartoline della nostra gioventù con frasi deposte sulla carta fra tante titubanze e qualche timido azzardo. Si attendevano con trepidazione scrutando l’arrivo del postino ed avevano il profumo inebriante della prima simpatia ricambiata. Si leggevano e rileggevano rigirandole fra le mani e donavano il sorriso per giornate intere: «Mare, sole, stelle, manchi solo tu», «Vorrei, non vorrei, ma se vuoi...», «Mentre scrivo rivedo il tuo sorridi emozione e mille pensieri si rincorrevano nella notte insonne. Cartoline «mon amour» tuttora custodite nel segreto di uno scrigno munito di minuscola serratura, chiave mignon con nappina color giallo oro. All’interno, il ricordo di una passeggiata nel verde, un magico quadrifoglio ormai stinto e rinsecchito, assurto al rango di piccolo portafortuna perché assai difficile da adocchiare fra l’erba ed il comune trifoglio. Il progresso tecnologico ha ridotto le distanze ed i tempi della comunicazione. Cellulari e smartphone occupano ormai un ruolo importante nella quotidianità ed anche la nostra generazione che non è figlia del digitale, è impegnata nella rincorsa del tempo nuovo per riuscire a comunicare con sufficiente disinvoltura e condividere le immagini dei momenti di svago e dei luoghi di approdo di figli o nipoti, spesso lontani anche per motivi di studio o di lavoro. Sconcerta però il lato ludico ed effimero che imbriglia soprattutto i giovanissimi, i nativi digitali: già sudditi di tatuaggi e piercing, fanno un uso smodato della tecnologia subendone il forte condizionamento. Scherzi, puro esibizionismo, linguaggio impoverito e parole al vento: il rischio è di trascurare i rapporti diretti con il mondo circostante, di ridurre la spontaneità genuina e di inaridire dialogo e scrittura che sono l’essenza del vivere.

// Adriana Pasini
Brescia

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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