Il disagio del prof di scienze motorie al Tartaglia-Olivieri

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Vorrei raccontare del disagio che viviamo noi docenti di scienze motorie e studenti dell’IIS «Tartaglia-Olivieri» in questo anno scolastico. Improvvisamente ci siamo ritrovati dall’inizio delle lezioni a settembre, a disporre di una sola palestra per circa 1.500 studenti, a fronte delle tre degli scorsi anni. All’interno dell’istituto vi sono due palestre, una su piano rialzato e una seminterrata; quest’ultima è stata dichiarata inagibile, ma non per problemi strutturali, bensì perché manca un’idonea certificazione, che attesti che i lavori di adeguamento svolti dalla Provincia, ormai alcuni anni fa, ne consentano il regolare utilizzo. Inoltre per le lezioni di scienze motorie era stata data in concessione la palestra dei Vigili del Fuoco, posta nei pressi del nostro istituto; all’inizio dell’anno scolastico questa disponibilità a stata revocata, nonostante l’Amministrazione provinciale avesse rifatto a proprie spese gli spogliatoi di tale struttura. Avremmo la fortuna di disporre di campi sportivi attigui al nostro istituto, di proprietà della Provincia e concessi da diversi anni in gestione al Cus (Centro universitario sportivo), peccato però che la pista di atletica sia in pessime condizioni (fondo sbriciolato e pericoloso), che i tappetoni per il salto in alto siano stati buttati, perché non protetti dalle intemperie, che la pista da sci di fondo in sintetico (unica in città e forse in provincia) sia stata rimossa e sia finita chissà dove. In tale situazione diventa difficile e problematico svolgere regolarmente lezioni pratiche, far disputare agli studenti tornei scolastici di varie discipline, proporre attività di avviamento alla pratica sportiva, in quanto si è dovuto estendere l’orario delle lezioni curricolari anche di pomeriggio.

// Massimo Medaglia Se un prof. arriva a scrivere ad un giornale per far valere il suo dovere ad insegnare, temo che la Scuola stia davvero arrivando alla frutta. E non mi si dica che le scienze motorie contano poco nella crescita dei nostri figli. Possibile non ci siano alternative a questo disagio continuato? (n.v.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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