I buoni perdono le battaglie, ma vincono le guerre

Lettere al direttore
Lettere al direttore
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Se posso vorrei fare una domanda. Credete che i buoni vincano sempre oppure alcune volte possono esserci finali diversi? Nel 2025 sono cambiate molte cose ma tante, troppe, sono sempre le stesse. In televisione vediamo personaggi che fanno i bulli come al parchetto quando io avevo 14 anni e nei corridoi della quotidianità ci sono bambini che non hanno la merenda per l’intervallo. Ho visto adulti raccontare ad adolescenti che certe loro credenze sono solo fantasie e ragazzini dire ad adulti che hanno smesso di sognare quando la loro famiglia è stata sterminata da bombe criminali, lanciate da soldati innocenti, comandati da uomini crudeli, stupidi e senza pietà. Faccio fatica a credere che tutto si possa sistemare ma penso che una strada migliore dev’esserci e io voglio solo quella. Non abbiamo molto tempo in questa vita e quello che ho capito è che i cattivi fanno più rumore dei buoni. Non importa se in università ci sono ragazzi che studiano per trovare la cura al cancro, non conta nulla se qualcuno investe il suo tempo per aiutare chi un futuro non lo può più sognare. Qualunque gesto buono e giusto si vedrà, farà sempre più rumore chi urla e si sente eroe in un mondo farlocco. Bene. Scrivo perché c’è bisogno di prendere le distanze da chi pensa che il mondo sia solo suo e noi, popolo silenzioso ma pieno di rispetto e voglia di vivere, dobbiamo sottostare a loro. Poveri «cretini» dico loro. Mi fanno pena con la loro sete di conquista e arroganza di presunzione. Il mondo, come lo conosciamo si è creato attraverso popoli che hanno combattuto per la loro affermazione. La supremazia del più forte c’è sempre stata. Le differenze hanno sempre fatto parte della nostra vita. Mi permetta però di dire che è inaccettabile vedere e assistere ancor oggi a tutto questo. Non è possibile pensare che l’essere umano non si sia mai evoluto, no. Chi fa rumore si sente da lontano ma chi ha il coraggio, ogni giorno, di lottare per un mondo giusto, in ogni suo piccolo gesto, è l’eroe di cui il mondo ha bisogno.
Andrea Calzi
Manerbio

Caro Andrea,

ha ragione su più di un punto, specialmente sui cattivi che fanno più rumore dei buoni. Il problema è che «buono» e «cattivo» non sono soltanto categorie per distinguere gli altri, ma coesistono pure in ciascuno di noi. Il difficile è metterci in silenzio ed ascoltare il sussurro del bene, allontanando nel contempo la tentazione fracassona del male.

Riguardo poi alla domanda iniziale, a costo di apparire ingenui diremmo di sì: siamo convinti che siano sempre i buoni a vincere. Alla fine, certo, e con mille battaglie perse. Tuttavia il solco che percorriamo è quello tracciato partendo - tra gli altri - da Socrate, Aristotele, Cicerone, Kant e persino Adam Smith, arrivando al contemporaneo Amartya Sen, secondo cui il bene è vantaggioso per chi lo pratica e comportamenti virtuosi, quali la cooperazione e l’equità, portano benefici anche in termini di sviluppo sociale ed economico. Non facciamoci allora contagiare dai bulli e restiamo saldi nei valori in cui crediamo. (g. bar.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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