Grazie Benassa, una «carogna» maestro di vita

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Caro Professore, Avrei tanto voluto salutarla in occasione del pranzo di classe che abbiamo organizzato in novembre, ma lei non è potuto venire. Avremmo ricordato e riso dei tanti episodi che hanno caratterizzato la nostra vita di giovani studenti del Calini e che Lei, con la sua ironia burbera e sottile, rendeva indimenticabili. A partire da quanto era solito dire ai suoi allievi il primo giorno di scuola. Suonava più o meno così: «Mi chiamo Ludovico Benassa, ho cinque figli. Non fumo, non bevo e sono una carogna. Non mi dimenticherete mai». Ancora una volta non si è sbagliato, non l’abbiamo dimenticata. Ma non perché era una carogna, ma, al contrario, perché è stato un maestro di vita prima ancora che un insegnante di educazione fisica. Nelle parole di quel primo giorno c’era tutto di Lei. Il senso della famiglia, l’orgoglio della professione, i valori che ci avrebbe insegnato, la severità con cui ci avrebbe giudicato. Ma anche il rispetto con cui ci avrebbe trattato, la passione che ci avrebbe dedicato e l’affetto con cui ci avrebbe seguito negli anni non sempre facili dell’adolescenza. Per questo, Professore, non la dimenticheremo mai. Perché è stato un uomo giusto ed un grande educatore. Arrivederci al prossimo appello. Con stima e affetto, un suo allievo, un suo atleta.

// Lettera firmata

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