Gli assistenti ad personam, ecco chi sono
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Siamo un gruppo di assistenti ad personam che opera negli istituti comprensivi scolastici della provincia di Brescia. Scriviamo innanzitutto per spiegare chi sono gli Adp perché, tranne gli «addetti ai lavori», quasi nessuno è a conoscenza del nostro ruolo all’interno dell’ambito scolastico che viene regolarmente confuso con quello dell’insegnante di sostegno. L’Adp è impegnato nello svolgimento di svariate funzioni: «in primis è operatore ai fini della comunicazione, integrazione e sostegno all’autonomia personale di un soggetto diversamente abile»; «collabora nell’ambito della realizzazione dei Piani educativi individualizzati (Pei)»; «coopera con gli insegnanti apportando un supporto pratico ma anche socio-affettivo-relazionale all’utente»; «affianca il D.A. durante i vari momenti della giornata scolastica (mensa, igiene personale, palestra, ecc.)»; «svolge tutte le attività didattiche in assenza dell’insegnante di sostegno (questi per altro ha spesso una competenza specifica diversa da quella propria del sostegno)». L’Adp, nella maggior parte dei casi, copre quasi tutto il monte ore scolastico del disabile. Nonostante quindi, gli Adp svolgano da anni una funzione analoga a quella degli insegnanti di sostegno, essendo oltre tutto essi stessi in buona parte laureati, a livello contrattuale la loro posizione e di notevole precarietà e sfruttamento. Infatti: 1. l’Adp dipende unicamente da cooperative che concorrono con gara d’appalto presso i vari Comuni e non dal Comune di appartenenza stesso o dallo Stato come gli insegnanti; 2. nonostante l’Adp abbia un contratto a tempo indeterminato, viene retribuito solo in caso di presenza dell’utente a scuola. In caso di assenze e malattie (in alcuni casi di patologie gravi l’utente fa assenze frequenti e prolungate) l’Adp percepisce la retribuzione della sola prima ora del primo giorno di assenza, mentre per i giorni successivi non ha diritto ad alcun compenso; 3. durante le vacanze (Natale, Pasqua, eventuali ponti e vacanze estive) l’Adp non viene retribuito. Quindi dall’8 giugno al 10 settembre non percepisce alcuno stipendio; 4. all’inizio dell’anno scolastico successivo, in caso di continuità sullo stesso utente, l’Adp non ha la certezza che siano confermate le ore del contratto dell’anno precedente: se il Comune o la neuropsichiatra dell’utente decidono di diminuire il monte ore per motivi di varia natura, automaticamente l’Adp perde suddette ore e non le può integrare in nessun modo. La nostra retribuzione, già pari all’esatta metà di quella percepita da un insegnante, viene quindi pesantemente penalizzata. Siamo inoltre ancor meno tutelati di insegnanti e Ata precari poiché, avendo un contratto a tempo indeterminato di part-time misto, non abbiamo la possibilità di chiedere il sussidio di disoccupazione nei mesi estivi. Il nostro contratto nazionale, a detta dei sindacati, è il peggiore a livello europeo. Chiediamo, di conseguenza, che vengano riconosciuti: «l’importanza del ruolo di educatori da noi svolto nell’assistenza a un soggetto diversamente abile all’interno della scuola»; «un inquadramento adeguato al ruolo che ricopriamo pari a un qualsiasi lavoratore dipendente»; «un contratto nazionale adeguato che ci tuteli per l’intero anno solare come insegnanti e collaboratori scolastici». Con questa nostra lettera speriamo di sensibilizzare l’opinione pubblica e tutte le persone che hanno relazioni più o meno dirette con il mondo della disabilità, in particolare nell’ambito scolastico. Grazie per la vostra cortese attenzione e disponibilità. Gruppo Adp Brescia
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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