Film «Quasi a casa» al Regno del Cinema Replica alle critiche

Lettere al direttore
Lettere al direttore
AA


Con la presente ci scusiamo per l’inconveniente relativo all’audio che la signora che si firma A.F. lamenta di aver subito in una delle sale da noi gestite durante la visione del film «Quasi a Casa». Non dovrebbe succedere, ma in una programmazione di centinaia di film l’anno proposti dalle nostre sale mentiremmo se dicessimo che è impossibile: talvolta la tecnologia gioca brutti scherzi, alla gestione del cinema il dovere di minimizzare il disagio per gli spettatori. Se non è accaduto ci dispiace, anche se ci risulta che l’inconveniente sia stato risolto in pochissimo tempo.

Per quel che riguarda la non adesione alla promozione «cinema revolution» questa ha riguardato solo il Cinema Moretto, mentre cinema Sociale e Multisala Oz hanno aderito.

Diversamente ci sentiamo di respingere con decisione le critiche relativamente alla programmazione a detta della signora insufficiente di un film, «Quasi a Casa» che ha trovato a Brescia in realtà una delle poche città di provincia in cui, seppur con orario ridotto, è uscito ed è stato proposto al pubblico.

Ad oggi mentre scriviamo il film uscito in sala il 5 di settembre ha totalizzato 7.000 biglietti venduti complessivamente, per 45.000 euro di incasso totali.

Analizzando ulteriormente il dato: in tutta la Lombardia i biglietti complessivamente venduti sono stati 2.200, di cui quasi 500 a Brescia nella sale de Il Regno del Cinema; Brescia ha totalizzato quindi più del 20% di tutti i biglietti della Lombardia. Più del 7% dei biglietti di tutta Italia. Risultato in proporzione più che ragguardevole. (Brescia rappresenta in media circa il 2,5% del Mercato Italia per dare un parametro di riferimento).

Questa analisi forse aiuta a contestualizzare meglio l’argomento…

Purtroppo quello di «Quasi a Casa» è un ulteriore esempio delle difficoltà commerciali che non decine, ma centinaia di film italiani incontrano ogni anno sul mercato, e non per colpa delle sale.

Questo tema meriterebbe tuttavia un approfondimento impossibile in questa sede.

Tra l’altro scriviamo oggi all’indomani di una bellissima serata al Cinema Moretto dove Mariachiara Arrighini e Carolina Pavone hanno avuto occasione e ci hanno fatto il piacere di incontrare il pubblico in sala a fine proiezione. Tutto questo per dire che per criticare le scelte editoriali di un’impresa cinematografica bisognerebbe forse avere un pochino più chiaro il contesto commerciale e di sostenibilità economica di queste attività, che devono cercare di compendiare offerta culturale ed equilibrio economico se vogliono restare aperte.

Ci dispiace ricevere una critica di questo tipo mentre il neonato Cinema Moretto dopo un grande investimento economico insieme al Sociale si impegna per dare spazio a un numero mai visto prima in città di film d’autore e tutt’altro che commerciali, con apertura tutti i giorni della settimana e programmazioni continuate dalla mattina fino a tarda sera, un unicum a livello italiano.

Ne siamo orgogliosi e continueremo su questa strada.

Ci scusiamo se ci siamo forse dilungati un po’ con la nostra, ma per noi cercare

di rispondere ai nostri spettatori è fondamentale e proviamo a farlo sempre, non è qualcosa che «magari ci degniamo di fare», come il vicedirettore nella sua risposta auspicava…
Tomaso Quilleri

Caro Tomaso,

una lezione che abbiamo appreso da Enzo Biagi è questa: «Quando si è in buona fede e si sbaglia non bisogna girarci attorno, bensì alzare la mano e chiedere scusa». È ciò che facciamo, con lei, per quel «speriamo che qualcuno si degni di rispondere». Una frase infelice. Sarebbe bastato scrivere «Confidiamo qualcuno risponda» e non sarebbe cambiato nulla nella sostanza, aggiungendo più garbo alla forma. Qualcuno dirà che è uno scrupolo eccessivo, ma proprio chi lavora con le parole, come noi, sa quanto esse debbano essere maneggiate con cura.

Per il resto, la sua risposta è lunga ma esaustiva. L’abbiamo letta volentieri e le sue ragioni, corroborate da dati e numeri, ci hanno convinto. Lasciamoci dunque alle spalle inconvenienti e incomprensioni, remando tutti dalla stessa parte, quella della cultura. Un abbraccio e... buona visione. (g.bar.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo