Facciamo memoria anche delle vittime di tutti i processi

Lettere al direttore
Lettere al direttore
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Leggo della condanna di Marco Toffaloni quale esecutore materiale della Strage di Piazza Loggia. Non avendo partecipato al processo nulla posso dire su questa condanna. Quello di cui vorrei fare partecipe i lettori è che dopo cinquant’anni dalla Strage e quasi altrettanti dai tre processi precedenti è, che da nessuna parte si è mai levata una voce che abbia ricordato, oltre che le vittime della Strage, le vittime dei precedenti processi. Decine e decine di persone, tra imputati e testimoni o presunti tali, messi in galera dai giudici dell’epoca per lunghi periodi di mesi o anni, tra isolamento e pressioni di ogni tipo per far loro ammettere falsità precostituite (come hanno accertato le sentenze ormai passate in giudicato e che sono fatti storici), per poi essere assolti senza nemmeno una scusa o un risarcimento. È immaginabile l’ansia, la disperazione e le spese subite dalle famiglie di queste persone, tra cui mio fratello Andrea, che hanno stravolto le loro vite, mutando le stesse e il loro morale con effetti a volte durati sino alla morte, e mi riferisco alla mia famiglia. Avvicinandosi il 28 maggio, giorno di memoria, sarebbe il minimo chiedere che un qualche oratore di piazza ricordasse queste ignorate e dimenticate vittime dei processi, in molti casi così create a furia di campagne d’odio da chi oggi prende la parola in piazza. Non mi riferisco a Manlio Milani, che fu da principio scettico sull’istruttoria della trimurti Delfino-Trovato-Vino, ma che, come Presidente delle Vittime della Strage, a buon diritto potrebbe includere tra le Vittime della Strage anche le persone innocenti sbattute in galera, vittime a pieno titolo di quel maledetto 28 maggio 1974.

Sergio Arcai

Caro Sergio, questa sua lettera era già in pagina ieri: l’abbiamo tolta e spostata ad oggi poiché nel frattempo sono emerse altre notizie, con la coincidenza - nella sezione della cronaca - della testimonianza di Ombretta Giacomazzi. Parole pesanti, quelle proferite in aula durante il processo a Roberto Zorzi, con la rivelazione di particolari che riguardano pure la sua famiglia, Sergio, e che danno nitidezza e vigore a ciò che lei chiede. È vero. Le vittime della Strage di piazza Loggia sono assai numerose e meritano di essere ricordate tutte, non soltanto però nella contabilità spicciola degli elenchi, ma con ciascuno una nota a piè di pagina, che li accomuni nella sventura ma ne precisi altresì origine, portata e conseguenze dei danni ricevuti. Soltanto così, facendo buona memoria, daremo sostanziale compimento a una giustizia arrivata troppo tardi, colpevolmente. Che se le cicatrici non cancellano le ferite, almeno consentono di andare oltre e, per chi ha avuto la fortuna di esserci ancora, di continuare a vivere. (g. bar.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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