Ecco perché chiudono i negozi del centro
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Domenica 9 agosto sul Giornale è stato dato molto spazio riguardo la chiusura di centinaia di negozi al dettaglio causa l’avvento di nuove tecnologie e l’apertura di supermercati. Mi limito ad indicare la situazione di corso Cavour in centro città dove nel breve tratto di duecento metri sono stati chiusi venti negozi. Chi sopravvive è come in un deserto con riduzione di vendite a cui va aggiunto il pagamento, elevato, della tassa sui rifiuti, poi l’Irpef, l’Inail, l’Inps, la Camera di commercio, l’affitto, il Sindacato ed il commercialista. Fronteggiare poi i supermercati nel ramo alimentare è difficoltoso come, per esempio, sul prezzo del pane che loro devono solo cuocerlo vendendolo in base al costo normale. Produrre il pane, invece, comporta l’assunzione di personale «in regola», il pomeriggio per preparare l’impasto e dalle ore 1,30 della notte fino alle ore 7 per produrlo, cuocerlo e venderlo ad un prezzo maggiore per guadagnare. Al signor presidente della Confesercenti chiedo di intervenire qualora venisse proposta da una grande organizzazione l’apertura in città e nell’immediata periferia di un altro supermercato perché dietro ad ogni qualsiasi negozio vi è sempre una famiglia che ne ricava il sostentamento. // Domenico Pelliccioli Brescia
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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