Ecco la vera storia di Giorgio Castriota, suddito del sultano
Qualche tempo fa si è disputata la partita di calcio valida per le qualificazioni europee, Italia-Albania. Prima della partita trasmessa su un canale dedicato, nell’ante programma di riempimento, il cronista riassunse la breve storia del Paese delle Aquile, commentando e raccontando di Giorgio Castriota, dello Scanderbeg, mentre scorrevano le immagini, in un mixer di storia, geografia, sport, occupazione fascista ed antifascista, ma senza «indovinarne» una. Quindi è meglio che ognuno si occupi di ciò che sa, altrimenti si documenti, soprattutto su Scanderbeg, che non è opinabile «fascisticamente» su scelte politiche recenti, ma solo storiche e documentate. L’albanese Giorgio Castriota, nato nel 1403, era figlio di un certo Giovanni, signore di Matija e dei Dibra che, dopo la conquista turca divenne suddito del sultano. Mandato come ostaggio alla corte osmanica, Giorgio fu convertito all’islamismo (oggi si direbbe radicalizzato o del caso foreign fighter). Ricevette il nuovo nome Iskander (Alessandro) e il titolo di Beg (Bey, principe) e fu da allora noto come Skanderbeg. Fortissimo e valorosissimo, combattè e vinse per il suo sovrano in Asia ed in Occidente, ma nel 1443, quando i cristiani, guidati dal magiaro Hnyadi Janos, passarono il Danubio e sconfissero i turchi, Scanderbeg abbandonò la Mezzaluna, ridivenne cristiano e iniziò la lotta per l’indipendenza dell’Albania, resistendo al sultano Murad II, che nel 1461 concluse con lui un trattato di pace. Favorito da Venezia, dal Papa e dal re di Napoli, lo Scanderbeg, venne anche in Italia, dove il re di Napoli da lui aiutato contro gli Angiò, lo fece signore di Trani, del Gargano e di San Giovanni Rotondo. Morì nel 1476 di morte violenta, ad Alessio d’Albania. Suo figlio Giovanni non seppe da solo fronteggiare i turchi e cedette i domini albanesi a Venezia, ritirandosi a Napoli dove fu fatto duca di San Pietro in Galatina e Marchese di Solero. Giovanni ebbe tre figli, Costantino, Ferrante e Giorgio, tuttavia la stirpe degli Scanderbeg si estinse alla metà del 1500. L’ultima discendente della famiglia, Irene, sposò nel 1539 un principe di San Severino. Esiste tuttavia a Napoli una cospiqua famiglia dei Castriota-Scanderbeg, che rivendica tuttora la propria discendenza da Ferrante Castriota e che dopo la fine della guerra, nel 1945 richiese i possesso ed il dominio su tutti i territori d’Albania. Ecco, direttore questa è la storia recente ed antica della famiglia Scanderbeg, ma a mio parere, non vi era la necessità, di tirare in ballo molte situazioni passate, ed erronee, per «decorare» e riempire i tempi vuoti prima di Italia-Albania, anche se almeno una ventina di giocatori albanesi vivono e calciano in Italia, assieme a qualche decina di migliaia di connazionali che qui sono ospitati.
// Gianluigi PezzaliSalò
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