Ecco la terza prova: mai ricevuta la notifica delle Entrate
Avendo letto le lettere precedenti in merito alla mancata notifica della cartella esattoriale, scrivo per fornire il «terzo caso» che cercavate. Infatti un amico, di cui curo le vicende fiscali, ha avuto la stessa disavventura con cartella esattoriale notificata con «compiuta giacenza» in data 2 luglio 2019. Sarà un caso? Ai posteri l’ardua sentenza, nella speranza che abbiamo messo una pulce (spero molto fastidiosa nelle orecchie) a qualche solerte funzionario della Agenzia delle Entrate. A riprova in allegato invio la mail di risposta dell’Agenzia delle Entrate con la «sentenza» che non è possibile procedere allo sgravio delle sanzioni e degli interessi. La cosa che da più fastidio è che, essendo tributo che si doveva e di cui si aspettava la quantificazione in quanto relativo alle liquidazioni del Tfr (di una vita lavorativa), la questione sia stata liquidata con troppa facilità dall’Agenzia delle Entrate, a qualcuno non sarà venuto in mente che le raccomandate con compiuta giacenza siano una coincidenza e per di più con lo stesso tributo da pagare? Ringrazio per l’attenzione ed aspetteremo i 60 giorni per pagare quanto dovuto con sanzioni ed interessi... purtroppo.
// Fabrizio PederzaniSarezzo
Gentile lettore, se due casi possono offrire un indizio, il caso riportato dalla terza lettera dovrebbe rappresentare la prova provata di un inghippo. Soprattutto se poi arriva anche la quarta (che «vien da sé»...) Inghippo, quello delle raccomandate inesitate dell’Agenzia Entrate, destinato all’apparenza a restare per sempre sepolto nel macero a cui sono state destinate da Poste italiane dopo due anni di giacenza (si veda l’articolo odierno a pagina 13). Se è davvero impossibile risalire la catena di responsabilità fino a chi materialmente doveva recapitare quelle raccomandante o lasciare la notifica per il ritiro, allora bisognerebbe istituire una regola di equità... temporale. Le raccomandate dell’Agenzia delle Entrate andrebbero conservate cinque anni, l’equivalente dell’obbligo di conservazione fiscale per i documenti della dichiarazione dei redditi. Del resto anche l’Agenzia si dà tempo cinque anni per il saldo fiscale finale sul Trattamento di fine rapporto, e - garantito - la spedizione della richiesta di conguaglio avviene sempre sul filo della scadenza. Se quelle raccomandate fossero state conservate, forse ci sarebbe stata qualche chance di verificare com’erano andare effettivamente le cose. Così invece no: tutti se ne lavano in qualche modo le mani, e alla fine è il cittadino-contribuente, rassegnato e senza scampo, a pagare pesanti sanzioni quasi fosse un evasore incallito. (g.c.)
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