«Ecco la mia storia, per tutte le donne colpite e invisibili»

Lettere al direttore
Lettere al direttore
AA
Ti ho amato fino a sentirmi nulla, hai colpito con la certezza di volermi invisibile a me stessa. Le tue mani, le tue parole i tuoi ricatti. Le accuse di estorsione, i tuoi silenzi minacciosi, i tradimenti mi hanno portato fuori combattimento. Ho lottato per noi sedici anni, fino alle ultime forze, in un corpo martoriato. Incurante, hai perseguito. Il tuo tentativo di spaventarmi a morte... la corsa in aiuto. Dicevi che volevi toglierti la vita, gli infiniti addii. I miei ritorni, le tue maschere erano tante da mettermi in confusione. Questa volta chiudevi la porta a chiave, i tuoi occhi senza espressione. Cosa nascondevi sotto quella felpa grigia e rossa? Ancora non pensai a me ma a te. Arrivata la polizia chiesi che andassero nel garage visto che tu avresti potuto essere più veloce di loro e correre verso quella pistola. Io la vita volevo dartela. Tu, invece ti prendevi gioco, con un’arma scacciacani. Hai violato il diritto di rendermi pienamente autorevole con la nostra bambina, coinvolgendola negativamente, plagiandola con falsità distruttive. Questo è il reato che mai potrò comprendere. Un padre indegno di aver ingannato ogni maschera indossata. Dominando, esercitando il potere distruttivo. Dicevi che volevi toglierti la vita, mentre lentamente e poi rapidamente la vita la toglievi a me come donna, come madre. Per non dimenticare me. A tutte le donne invisibili auguro di scolpire la fortezza che vince sui traditori. Ringrazio tutta la rete dei servizi a protezione sulla violenza delle donne che da mesi sono la nostra ancora di salvezza. Un nome che per sicurezza va omesso, ma reale il mio.
Lettera firmata

Carissima,

ha scritto tutto lei, mirabilmente, trovando forza e coraggio.

A noi non resta che ascoltare, in silenzio, imparando dalla sua storia una lezione, cercando d’ora innanzi di cogliere i segnali in tempo, non permettendo a nessuno di farci sentire succubi e non avendo timore o imbarazzo nel chiedere aiuto. (g. bar.)

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