Ecco 10 buoni motivi per votare no al referendum

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Facendo seguito alla lettera pubblicata qualche giorno fa sulla vostra testata riguardo alle riforme costituzionali che andrà a consultazione popolare nei prossimi mesi in cui lo scrivente si auspicava di entrare nel merito dell’argomento vorrei esporre le mie argomentazioni per le quali la mia scelta sarà per il no. Dieci buoni motivi, secondo me, per votare no al referendum costituzionale. 1) ancora due camere. Il bicameralismo resta e chi dice il contrario dice una bugia. Continueremo ad avere due camere che legifereranno su molte materie, anche se non tutte. Bastava eliminare il Senato allora sì avremmo avuto un monocameralismo effettivo. Che poi il bicameralismo sia causa di ritardi è un altra bugia. Ad esempio la modifica dell’art. 81 della Costituzione, pareggio di bilancio, è stato fatto in poco più di 3 mesi. 2) Troppe variabili legislative. Il Senato non voterà più la fiducia ma dovrà essere consultato per la legge di bilancio. Il procedimento legislativo, art. 70, che oggi ha 4 variabili ne prevederà 8/10. Il nuovo art. 70, che oggi è di 9 parole, sarà di una pagina. Per giunta criptata. 3) costi, bastava un F35 in meno. Verranno risparmiati 50 mln di euro annuali di esercizio. Bastava un F35 in meno. 4) Referendum più difficili. Per quello abrogativo serviranno ora 800.000 firme. Prima erano 500.000. Per leggi di iniziativa popolare si passerà da 50.000 a 150.000. 5) Vince una minoranza. La nuova legge elettorale e la riforma costituzionale sono connesse. Se una lista al primo turno prende il 40% ha il premio di maggioranza. Ma chi vince ai ballottaggi per un solo voto governerebbe grazie ad un voto di minoranza. 6) Il governo fa le leggi. È prevista la data certa dei disegni di legge governativi. Mentre questa «corsia preferenziale» non è prevista per le leggi di iniziativa parlamentare. Il Governo monopolizza le leggi di iniziativa parlamentare. 7) Addio al decentramento. Il decentramento legislativo, titolo 5°, che dava più potere alle Regioni viene peggiorato di fatto. Il disegno totale è di favorire il Governo centrale e non più le regioni. 8) Liti fra Camera e Senato. Con l’abolizione delle materie concorrenti aumenteranno i ricorsi fra Stato e Regioni aumentando di conseguenza il contenzioso fra Camera e Senato che avrà comunque un potere di «richiamo delle leggi». 9) Se 47 articoli sembrano pochi. La Costituzione non è intoccabile ma modificarne in un colpo solo così tanti allarma non poco chi ha a cuore la democrazia. 10) Se dovesse vincere il no. Il Governo va avanti in base alla maggioranza in Parlamento. Il voto dei liberi cittadini non può sottostare a ricatti o strumentalizzazioni sull’azione di Governo. Il Governo non c’entra nulla.

// Fiorenzo Bertoletti
Flero

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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