Dov’è l’Europa? I tempi ardui impongono risposte

Lettere al direttore
AA
La situazione politica globale è più che mai complessa, intrecciata da alleanze, conflitti e ambizioni di potere che sembrano sfuggire alla comprensione di chi cerca di fare chiarezza. La Russia, l’America, la Cina, l’Ucraina e l’Europa: un gioco di forze che, con il conflitto ucraino al centro, mostra come le grandi potenze si muovano non tanto sulla base della ragione, ma sulla forza del potere. Guardando l’Europa, la domanda che sorge spontanea è: dov’è l’Europa? In un mondo che sembra dividersi tra superpotenze, dove ogni mossa è strategica e motivata da interessi geopolitici, l’Europa rischia di essere sempre più ai margini. Eppure, è proprio ora che l’Europa dovrebbe farsi sentire, non solo come spettatrice, bensì attore protagonista. È il momento di costruire un’unione forte, capace di dare risposte alle sfide globali, farsi rispettare e tutelare i valori di democrazia, libertà e solidarietà che fondano l’idea stessa di Europa. Nel frattempo, l’America e la Russia continuano il loro gioco di potere, in una guerra di influenze dove l’Ucraina è diventata la pedina di una scacchiera troppo grande per comprendere appieno il suo significato. La Cina, da parte sua, osserva, pronta a sfruttare ogni momento di debolezza per affermare il suo dominio. L’Occidente sembra diviso, con figure come Trump che, pur avendo avuto rapporti tesi con Putin, ora si schierano in modo ambiguo, chiedendo scuse a chi è stato attaccato proprio da lui. La riflessione che nasce da tutto ciò è che in questo mondo non esiste più la parte della ragione, come magari ci si augurerebbe. Quello che conta veramente è il potere, e chi lo detiene. Tutto il resto, compresi i principi morali e le aspirazioni di giustizia, finisce per essere polvere. La politica internazionale sembra ormai un gioco di mosse in cui ogni azione è motivata dalla conquista e dal mantenimento del potere, a prescindere dalle conseguenze. E l’Europa? L’Europa ha il compito, forse l’ultimo, di fare la differenza, di unirsi veramente e di diventare una forza che non può essere ignorata, che non lascia che la polvere del potere copra i suoi valori. Ma per farlo, deve superare le proprie divisioni interne e riscoprire il senso di solidarietà che l’ha sempre distinta. Solo allora potrà essere una vera protagonista in questo scenario globale sempre più incerto.
Filippo Gannuscio
Docente I.I.S. Einaudi di Chiari
Caro Filippo,
in principio una facezia: considerato che la lettera di oggi si somma a quella di ieri, di un altro docente dell’Einaudi, l’istituto di Chiari rende onore al politico illustre che dà ad esso il nome e che dell’Europa era un sostenitore (come racconta bene il nostro editorialista, Angelo Santagostino). Complimenti. Anche così la scuola si distingue, dimostrando passione, senso civico e al di fuori del proprio ambito specialistico.
Nel merito, il suo auspicio di un’Europa più unita è il nostro. In questo vogliamo andare controcorrente, cogliendo ciò che sta accadendo (la guerra in Ucraina, lo smarcamento degli Usa, l’insidia di potenze quali la Russia e la Cina...) come un’opportunità e non soltanto una sciagura.
Se prima trovare risposte politiche alla debolezza strutturale dell’Unione poteva essere un vezzo, ora è diventa un’urgenza, una necessità. E se è vero, com’è vero, che è in tempi ardui che si forgiano personalità forti, nei mesi e negli anni futuri potremo assistere a un cambiamento epocale. Sta a noi, a tutti noi, nessuno escluso, fare la propria parte. Mettendo l’Europa al centro, e non considerarla semplice succursale. (g. bar.)
Filippo Gannuscio
Docente I.I.S. Einaudi di Chiari
Caro Filippo,
in principio una facezia: considerato che la lettera di oggi si somma a quella di ieri, di un altro docente dell’Einaudi, l’istituto di Chiari rende onore al politico illustre che dà ad esso il nome e che dell’Europa era un sostenitore (come racconta bene il nostro editorialista, Angelo Santagostino). Complimenti. Anche così la scuola si distingue, dimostrando passione, senso civico e al di fuori del proprio ambito specialistico.
Nel merito, il suo auspicio di un’Europa più unita è il nostro. In questo vogliamo andare controcorrente, cogliendo ciò che sta accadendo (la guerra in Ucraina, lo smarcamento degli Usa, l’insidia di potenze quali la Russia e la Cina...) come un’opportunità e non soltanto una sciagura.
Se prima trovare risposte politiche alla debolezza strutturale dell’Unione poteva essere un vezzo, ora è diventa un’urgenza, una necessità. E se è vero, com’è vero, che è in tempi ardui che si forgiano personalità forti, nei mesi e negli anni futuri potremo assistere a un cambiamento epocale. Sta a noi, a tutti noi, nessuno escluso, fare la propria parte. Mettendo l’Europa al centro, e non considerarla semplice succursale. (g. bar.)
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