Docenti nel limbo, la storia si ripete (ma c’è chi resiste)

Lettere al direttore
Lettere al direttore
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Le vacanze estive sono finite con i soliti riti. Diario, penne, matite, quaderni, i libri che non arrivano mai e che si portano via una bella cifra (avendo due figlie in età di obbligo scolastico però sarebbe bello fossero gratuiti). Eccoci fuori da scuola, un saluto veloce che ci sono i nuovi e vecchi amici con cui entrare vocianti in classe e l’anno scolastico inizia.

Per me invece la scuola non sta iniziando, sono uno dei 78 vincitori del concorso Pnrr che ha messo a bando 120 cattedre in Lombardia per la Classe di concorso A037 (Costruzioni, progettazione, disegno tecnico, topografia, ecc...).

Grazie alle prove suppletive che si sono svolte a fine agosto (senza i candidati che non si sono presentati) abbiamo ricevuto la graduatoria definitiva solo il 3 settembre e da allora è scattata l’attesa. Alcuni, con le beffe dell’«intelligenza artificiale», hanno ricevuto una chiamata per una supplenza e altri, come me, non hanno ricevuto nulla, siamo in attesa e in ansia (il primo stipendio arriverà tra mesi come gli altri anni?).

Ogni mattina, ma anche a diverse ore del giorno apriamo la mail per vedere se arriva l’agognata comunicazione per scegliere la provincia lombarda e poi la scuola.

Quando potremo iniziare a lavorare e a conoscere dove andremo a insegnare? Chi viene da fuori è in attesa anche per affittare una casa dove andrà a vivere e lavorare. L’angoscia dell’attesa pian piano si mischia alla rabbia alimentata dalla mancanza di un corso abilitante (lautamente pagato, si parla di circa due mensilità), che dovremo frequentare nell’anno di prova e che per ora in Lombardia non è stato attivato.

Insomma anche quest’anno, che doveva finalmente partire a settembre, mi trovo in attesa di conoscere gli studenti con cui dovrò portare avanti un programma iniziato da altri e giusto in questi giorni leggo la notizia che gli stipendi dei docenti sono i più bassi dei paesi Ocse.

Con questa chiusa auguro un buon anno scolastico ai miei studenti che conoscerò tra qualche giorno o mese.
Nicola Vitale

Caro Nicola,

la speranza è che in questi giorni qualcosa sia cambiato e lei conosca già i suoi studenti. Ciò non toglierebbe comunque nulla al nocciolo di quanto scrive, a una situazione che lambisce il grottesco.

Per fortuna ci sono persone come lei - e la maestra di cui riportiamo la testimonianza nella lettera successiva - che dimostrano perseveranza nel voler fare uno tra i mestieri più nobili al mondo e altresì non accettano supinamente questa perenne mancanza di programmazione e organizzazione. Che di materie ce ne sono tante, ma per insegnare ai ragazzi e alle ragazze a non essere pecore in balìa del gregge occorre innanzi tutto non esserlo noi. (g. bar.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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