Docenti di sostegno Ai nostri figli serve continuità

Lettere al direttore
Lettere al direttore
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Sono Roberta Cominelli, mamma di Giorgio, un bambino di quattro anni con autismo grave.

Vi scrivo per raccontarvi cosa succede nell’ambito scolastico, storie che i genitori di bambini disabili conoscono benissimo. Con grande disappunto e preoccupazione, ho appreso che per l’anno scolastico 2024/2025 non è stata confermata la stessa maestra di sostegno che ha seguito nostro figlio con dedizione e competenza.

La continuità didattica è un elemento fondamentale per il benessere e il progresso educativo di Giorgio. La nostra maestra Rosa ha sviluppato una profonda conoscenza delle sue esigenze specifiche e ha instaurato un rapporto di fiducia e collaborazione che ha permesso a nostro figlio di fare significativi progressi. La sua sostituzione comporterà inevitabilmente un periodo di adattamento e formazione per il nuovo insegnante, con conseguenti disagi per Giorgio e per la nostra famiglia.

Inoltre, la formazione di un nuovo insegnante di sostegno richiederà tempo e risorse, che ricadranno inevitabilmente sulle spalle della nostra famiglia, già impegnata a sostenere le numerose necessità di Giorgio. Questo rappresenta un ulteriore aggravio economico e psicologico che riteniamo ingiusto e inaccettabile.

Da genitori ci chiediamo come sia possibile che nel 2024 non sia ancora stata pensata una legge che garantisca la continuità del docente di sostegno. Si parla tanto di aiutare questi bambini, cominciamo da questo. #unpassoallavolta.
Roberta Cominelli
Orzivecchi

Cara Roberta, al caos episodico - di cui oggi diamo ampio conto nelle pagine di cronaca - si aggiungono le storture di sistema.

È così che la scuola, che a parole sta a cuore a tutti, nel concreto pratica produce disagi a chi disagi già ne ha.

Garantire la continuità didattica, cioè mantenere lo stesso insegnante di sostegno, dovrebbe essere un criterio guida imposto dall’alto e non una supplica dal basso.

E lo scriviamo non già ignorando il molto che in un Paese qual è il nostro è stato fatto, bensì proprio affinché si continui nel solco di quella scelta di «civiltà» che impone decisioni giuste, anche se non sempre facili né economiche. (g. bar.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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