Docente precaria e giustamente delusa, avvilita...

Lettere al direttore
Lettere al direttore
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Sono una docente precaria che ha sostenuto il «Concorso per titoli ed esami personale docente della scuola secondaria di I e II grado su posto comune e di sostegno ai sensi dell’art. 3 comma 7 del DM 205/2023» per la Classe di Concorso AB25 per la Regione Lombardia.

Ho superato il concorso ottenendo un punteggio complessivo considerevole, sono idonea, ma non vincitrice. Sono delusa, svilita e amareggiata in quanto considerata candidata nella seguente posizione «elenco non graduato» in una graduatoria di cui i dettagli non sono ancora ad oggi pervenuti e che è stata scavalcata da concorrenti in possesso di titoli di riserva che non hanno alcuna compatibilità con la formazione di un docente e, oltretutto, con il punteggio minimo. Mi domando quale sia il valore aggiunto che loro possono offrire alla scuola e chi risulta idoneo, come me, no. Un’ingiustizia che toglie merito alle reali competenze professionali dimostrate in sede concorsuale. Candidati a cui, da quest’anno, è stata destinata una riserva dal 15% al 30% dei posti nelle graduatorie concorsuali pubbliche italiane per aver svolto il Servizio Civile Universale. Una prestazione nobile e di grande valore sociale, ma di dubbia legittimità, alla quale è stata data una corsia preferenziale. Quale legame esiste tra servizio civile e capacità di insegnamento?

Un insegnante competente si distingue per la sua preparazione, per le conoscenze in materie psico-pedagogiche, per la sua capacità di trasmettere nozioni e idee e per la sensibilità con cui si relaziona con gli studenti. Ho sostenuto e superato due prove concorsuali, come previsto per la mia CdC AB25, investendo forze, energie, competenze, tempo e soldi. Sono stata esaminata trasversalmente su tutte le discipline previste, eppure eccomi qua, ancora precaria, costretta a ripetere un altro concorso con le stesse identiche prove, ugualmente strutturate nella forma e nei contenuti. Cosa bisogna dimostrare ancora?

È inaccettabile che l’Amministrazione perduri a non pubblicare una graduatoria trasparente, negando così ai candidati la facoltà di visionare e di conoscere la propria reale posizione. Questa mancanza non solo viola il diritto all’informazione, ma crea anche una disparità ingiustificabile. Il diritto di entrare nelle graduatorie di merito deve essere riconosciuto a chi ha dimostrato di possedere le capacità necessarie.

Nutro ancora speranza di poter cambiare questo triste ed amaro capitolo dell’istruzione italiana e di dare il giusto valore a migliaia di insegnanti precari, che nonostante tutto, continuano a dedicarsi con passione e dedizione a plasmare ed educare le giovani menti del nostro Paese. Fiduciosa che possiate comprendere le motivazioni espresse ed accogliere la suddetta istanza.
Melissa De Rosa
Castel Mella

Cara Melissa,

fiduciosi - nel futuro, nel prossimo - siamo pure noi nell’imbatterci in un’insegnante giovane, caparbia e con un senso civico spiccato, tanto da voler combattere una «buona battaglia», invece di far scivolare il tutto nell’apatia e nell’indifferenza.

Pubblichiamo oggi la sua lettera, alla ripresa della scuola, anche come gesto simbolico, per ribadirne la centralità e l’importanza, affermando nel contempo tutto il rammarico per una burocrazia che invece di agevolare penalizza, disincentiva.

La farraginosità dei criteri di selezione, le incongruenze dei concorsi, i mutamenti spesso in corsa delle regole, rendono l’accesso all’insegnamento più simile al gioco del lotto che a una professione dignitosa.

Una tara non nuova, di cui ci occupiamo spesso in cronaca, e che nessun governo è riuscito a sanare. Allora la speranza siete proprio voi, generazione emergente, affinché semplicità e serietà abbiano la meglio, riuscendo dove le nostre generazioni hanno fallito. Non se lo dimentichi, quando diventerà «di lungo corso» a sua volta. Con stima. (g. bar.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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