Da poco scarcerato e grato a chi con me è stato umano
Lettere al direttore
AA
A seguito della mia esperienza di detenuto presso la Casa Circondariale Canton Mombello di Brescia, nonostante la non facile situazione carceraria e la difficoltà di adeguamento ad un ambiente che non mi apparteneva, volevo ringraziare chi ha saputo svolgere il proprio lavoro con umanità e professionalità. Esprimo quindi molta gratitudine alla matricola, agli appuntati, all’infermeria ed agli psicologi.
M.T.
Scarcerato il 15/10/2024
Carissimo,
svolgere il proprio lavoro con umanità, in un ambiente che di umano ha poco o nulla, è impresa da eroi (scritto però in minuscolo, per evitare retorica da Ottocento). Che alla fine quello conta e fa la differenza: le persone. Non c’è legge, ordinamento, regola o burocrazia che possano supplire alla mitezza, alla compassione, al rispetto di chi vanta un potere e non lo esercita con dispotismo.
Una lezione che sintetizza magistralmente Sciascia, ne «Il giorno della civetta», quando il padrino mafioso Mariano dice al capitano dei carabinieri Bellodi: «Lei, anche se mi inchioderà su queste carte come un Cristo, lei è un uomo». (g. bar.)
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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