Cura dei cronici, il nuovo sistema va riformato

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Dopo la divulgazione dei dati sulle adesioni al nuovo modello di gestione del malato cronico in Lombardia, a fronte dell’insuccesso pratico della riforma (meno del 5% di adesioni) si è riaperto il dibattito sulla possibile revisione e miglioramento della Presa in Carico (PiC) della cronicità. L’Assessore Gallera ha preso contatto con gli Ordini dei Medici lombardi a cui ha chiesto, finalmente, collaborazione e suggerimenti per valutare e risolvere le molte criticità esistenti. Criticità già evidenziate e segnalate sin dall’inizio, inevitabile conseguenza di scelte che sono state effettuate senza interpellare o coinvolgere i medici, principali attori del sistema. Il malato cronico non è solo la somma delle sue patologie, come prevede il modello di stratificazione regionale, ma molto di più. La fragilità non è solo un evento clinico, ma esistenziale e coinvolge la sfera relazionale-emotiva, familiare, socio-assistenziale: la Presa in carico globale richiede un «regista» che può essere solo il Medico di Medicina Generale (MMG) come indica chiaramente il Piano Nazionale per la Cronicità. In sua vece si è voluto «inventare» il ruolo di Clinical Manager ospedaliero, ma il MMG è già il naturale Clinical Manager del suo paziente, responsabile in toto del processo clinico-assistenziale. Non ci sorprende quindi l’esiguo numero di pazienti che hanno scelto una struttura ospedaliera per il nuovo percorso di presa in carico rinunciando alle cure del proprio MMG. Lo stesso Specialista ospedaliero si trova in difficoltà nella redazione di un piano di cura complesso nel paziente pluripatologico, abituato com’è ad una visione settoriale e limitata ad una patologia. Egli non dispone infatti della conoscenza della persona, della sua storia, dei suoi bisogni e del contesto socio-familiare. Per queste motivazioni il MMG è la figura di riferimento indispensabile per una gestione integrata e appropriata della cronicità. Quindi a nostro parere, per superare l’impasse ed ottemperare alle indicazioni del Piano Nazionale della Cronicità a cui le regioni devono fare riferimento, occorre: - eliminare la figura del Clinical Manager ospedaliero, inidoneo per le motivazioni elencate, ed investire nelle forme associative dei MMG; - distinguere e separare la funzione clinica della PiC, affidata al MMG, da quella organizzativa di erogazione delle prestazioni, posta in carico al Gestore; - arruolare gradualmente i pazienti, nell’arco di 2 anni, semplificando le numerose procedure informatiche e riducendo i passaggi burocratici; fornire incentivi per il personale amministrativo ed infermieristico in modo che il medico possa recuperare «tempo clinico» da dedicare al paziente; - riservare il PAI (Piano Assistenziale Individuale) agli assistiti polipatologici, specie se invalidi, fragili e «complessi», in assistenza domiciliare.

// Hanno sottoscritto la lettera i medici:
Marialuisa Badessi (MMG a Nuvolera), Giuseppe Belleri (MMG a Flero), Giuseppe Beltrami (MMG a Brione), Francesco Bondioli (MMG a Brescia), Iside Maria Bono (MMG a Brandico), Gigi Bonvini (MMG a Borgosatollo), Annamaria Bottanelli (MMG a Collebeato), Roberto Cocconcelli (MMG a Gussago), Barbara Felisetti (MMG a Capriano del Colle), Adriana Loglio (MMG in pensione), G.Franco Michelini (MMG in pensione), Luigi Pialorsi (MMG a Rezzato), Gianni Piazza (MMG a Botticino), Dario Pontoglio (MMG a Palazzolo sull'Oglio), Mara Rozzi (MMG a Brescia), Francesca Samoni (MMG a Brescia), G.Paolo Smillovich (MMG a Botticino), Alessandro Zadra (MMG a Brione)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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