Con quella doppia rotatoria i cartelli non bastano

Lettere al direttore
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«In contromano lungo la Corda Molle» recita l’articolo e leggendolo non ho potuto fermare un moto di rabbia che mi fa dire: «Ma come è stato possibile?». Uno non si accorge che se vedi un sacco di macchine venire in direzione contraria alla tua forse ha sbagliato qualcosa? L’anziano alla guida non ha pensato di fermarsi e accostare nella corsia di emergenza prima di causare un incidente (come poi purtroppo è avvenuto) provocando la morte sua e quella di un giovane che ha avuto la «colpa» di trovarsi nel momento sbagliato nel posto sbagliato? Non sarebbe il caso per gli ultraottantenni prevedere il rinnovo della patente o la verifica della idoneità alla guida in tempi ancora più stretti?

Quando leggo poi che «in quel tratto ci sono due rotatorie e chi non conosce bene la strada è facile che sbagli ad immettersi», la rabbia aumenta: ma non si può segnalare meglio l’accesso, mettendo un bel cartello «grande come una casa» per far capire qual è la direzione giusta (e quella sbagliata)? Di chi è la competenza di carenti o insufficienti segnalazioni? Forse l’incidente sarebbe potuto succedere lo stesso (non è purtroppo la prima volta che automobilisti si immettono in senso contrario) ma chi si occupa di viabilità e segnaletica dovrebbe fare di tutto per limitare al massimo la possibilità di errori e di conseguenza incidenti.
C. M.

Il dolore e lo sgomento per la recente duplice tragedia che si è consumata sulla Corda Molle (lo ricordiamo, la notte tra sabato e domenica sono morti sia l’ignaro automobilista di 28 anni che si è trovato di fronte un’auto che viaggiava nella direzione opposta, sia l’86enne che per sbaglio aveva imboccato la strada contromano) impone una domanda: si poteva evitare? Non vuole essere un processo alle intenzioni, semmai un appello perché vengano cercati strumenti aggiuntivi per segnalare un pericolo oggettivo ed evitare che si ripetano tragedie simili, tanto più che le due rotatorie in questione avrebbero la capacità di disorientare anche gli automobilisti dai riflessi pronti. I lettori - e noi con loro - indicano una possibilità: l’adozione - ridondante - di segnaletica orizzontale per integrare quella verticale. È vero, il Codice della strada (articolo 40) è piuttosto rigido: affida alla sola segnaletica verticale la segnalazione di pericolo e prescrizione di divieti (peraltro con dimensioni standard) relegando a quella orizzontale, ovvero tracciata su strada, la regolazione della circolazione come linee continue e discontinue come divisoria tra corsie o per delimitare gli stalli di sosta. Rigida anche nell’utilizzo dei colori: sull’asfalto non è consentito, ad esempio, il rosso del divieto, essendo invece deputato come detto ad ospitare i tracciati in bianco come anche attraversamenti pedonali e frecce direzionali. Ecco, forse potrebbe bastare un utilizzo inedito di queste ultime, ripetute sull’asfalto, a prevenire comportamenti dettati dalla confusione: nel buio o con la nebbia può sfuggire il divieto verticale a lato, ma difficilmente sfuggono le frecce sull’asfalto in direzione contraria alla marcia consentita. La valutazione tecnica ovviamente agli esperti. A parer nostro, però, vale la pena provare. (n.v.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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