Civine isolato E noi tagliati fuori senza alternativa

Lettere al direttore
AA
Sono un’abitante di Civine, un borgo di montagna situato a nord di Gussago molto carino e grazioso anche perché gli abitanti tengono molto alla pulizia e all’ordine. Purtroppo nell’estate 2023 un cedimento della strada ha costretto la popolazione di Civine a isolarsi in orari stabiliti per un paio di giorni, in quanto per la riparazione (essendo una strada stretta), non permetteva il passaggio delle auto. Ma nell’anno 2024 abbiamo subìto lo stesso trattamento (con vari rinvii), quindi vari disagi. Oggi siamo nuovamente isolati ma questa volta per quattordici giorni, con orari stabiliti (da notare che non possiamo passare nemmeno a piedi); abbiamo richiesto che i lavori fossero fatti nelle ore serali ma ci è stato risposto che non è possibile per una questione di sicurezza. Abbiamo figli da prendere all’asilo, a scuola, abbiamo un lavoro e con gli orari che ci sono stati imposti cioè 8.30-12.30 e 13.30-18.30 è quasi impossibile organizzarsi.
Lettera firmata
Carissima,
c’è un film grazioso, con Antonio Albanese e Virginia Raffaele. Si intitola: «Un mondo a parte» e racconta tutta la bellezza, ma pure le difficoltà di chi vive nei borghi montani. Vale anche per il performante nord Italia, a cui Brescia con vanto appartiene: basta infatti un inconveniente per trasformare un’esistenza decorosa in percorso a ostacoli. Ecco perché, al di là della retorica di circostanza, abbiamo il dovere di dire pane al pane e vino al vino, ammettendo che se davvero vogliamo rendere abitabile la montagna non basta armarsi di pie intenzioni. Nel vostro caso specifico, urge comprendere se sono reali ragioni di sicurezza quelle che impediscono il lavoro serale oppure se il problema sarebbero i costi più alti. Lo chiederemo a chi di dovere e ne scriveremo in cronaca. Nel frattempo tutta la solidarietà degli abitanti di città per chi ha scelto un’esistenza differente contro corrente. (g. bar.)
Lettera firmata
Carissima,
c’è un film grazioso, con Antonio Albanese e Virginia Raffaele. Si intitola: «Un mondo a parte» e racconta tutta la bellezza, ma pure le difficoltà di chi vive nei borghi montani. Vale anche per il performante nord Italia, a cui Brescia con vanto appartiene: basta infatti un inconveniente per trasformare un’esistenza decorosa in percorso a ostacoli. Ecco perché, al di là della retorica di circostanza, abbiamo il dovere di dire pane al pane e vino al vino, ammettendo che se davvero vogliamo rendere abitabile la montagna non basta armarsi di pie intenzioni. Nel vostro caso specifico, urge comprendere se sono reali ragioni di sicurezza quelle che impediscono il lavoro serale oppure se il problema sarebbero i costi più alti. Lo chiederemo a chi di dovere e ne scriveremo in cronaca. Nel frattempo tutta la solidarietà degli abitanti di città per chi ha scelto un’esistenza differente contro corrente. (g. bar.)
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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